Dacia 4x4
7 marzo, 2013Una macchinina simpatica ad un prezzo onesto
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Presente sulla scena internazionale da circa vent’anni, la Panhard VLB 4×4 rappresenta uno dei fuoristrada più diffusi in campo militare nel vettore dei veicoli leggeri. Dal 1991 oltre 1.500 esemplari sono stati consegnati all’Esercito Francese che ha utilizzato inoltre i veicoli anche nel corso di importanti operazioni militari in Somalia, in Albania e nella ex-Jugoslavia dove la flotta di circa 300 VLB ha effettuato a partire dal 1992 oltre 15.000 chilometri all’anno. Caratterizzato da una linea filante ed estremamente aerodinamica, la VLB 4×4 della Panhard (sussidiaria del gruppo PSA Peugeot-Citroen) può essere considerato un veicolo polivalente a tutti gli effetti. Oltre alla spiccata vocazione fuoristradistica (evidenziata dalla notevole altezza da terra e dalle dimensioni compatte della carrozzeria) e ai vari allestimenti disponibili (partendo dal modello base si possono realizzare 13 versioni), la Panhard VLB 4×4 è anche un veicolo anfibio in grado di navigare senza problemi sia in mare che lungo il corso dei fiumi. In acqua la propulsione è assicurata da un’elica la cui posizione non penalizza affatto l’angolo di uscita del veicolo. Leader nel settore dei veicoli militari blindati leggeri, la Panhard VLB 4×4 è inoltre elitrasportabile e può essere lanciata col paracadute sia da un aereo in quota che in volo radente. Equipaggiata con un motore Peugeot diesel che sviluppa una potenza di 95 CV, la Panhard VLB 4×4 raggiunge una velocità massima di 95 Kmh, assicura un’autonomia di 600 chilometri ed è dotata di cambio automatico e trazione integrale permanente.
Mi direte che sono monotono ma per festeggiare il nuovo anno siamo andati a fare un giretto in Marocco con una coppia di nuovi amici conoscuti tramite un forum di malati del sabbione
e…..
finche’ il gps ha funzionato ci siamo divertiti alla grande. Abbiamo visto posti nuovi e spettacolari, alcuni non li avremmo neanche visti se non sbagliavo pista. Perdersi in marocco è molto facile, le tracce in terra sono innumerevoli e si intersecano spesso quindi bisogna tenere sempre alta l’attenzione.
Ci siamo fatti amici anche due ragazzi locali proprio in mezzo al sabbione alle propaggini del lago salato iriki, e’ stata un’esperienza nuova su piste di ogni tipo, mai fatte prima e con un freddo boia. Di giorno la temperatura era buona e abbastanza alta ma appena il sole scendeva arrivava un gran freddo. Una mattina ci siamo trovati i finestrini bloccati dalla nostra stessa condensa che si era gelata bloccando i vetri. Comunque dormendo in macchina con i sacchi a pelo pesanti e il riscaldamento del webasto della gigia si stava benone il problema era alla mattina quando dovevi uscire.
Nella settimana di ferragosto ci siamo incontrati con i nostri amichetti di sabbione con la ferma intenzione di sfuggire alla canicola delle nostre citta’. Cosi ci siamo aggregati per una mini vacanza in quota (fino a oltre 2000 mt) di tre giorni con campi tendati immersi nella natura delle nostre bellissime alpi piemontesi con un bel freschetto (anche fino a 12° di notte) a far da cornice ai panorami mozzafiato che solo questa povera italia puo offrire.
Abbiamo fatto una bella vacanza spensierata con un gruppo di nuovi amici conosciuti su un forum di malati del sabbione come noi. Dopo lo sbarco a Tunisi e una sosta tecnica ad Hammamet (con piscina termale) siamo andati a visitare un bellissimo anfiteatro romano che si chiama El Jem,
fa una strana impressione pagare il biglietto per visitare un monumento che hanno costruito i tuoi antenati in terra straniera . I romani erano come gli americani di oggi esportavano la pax romana come gli americani esportano la democrazia, chissa se faranno la stessa fine . Il giro continua con direzione Tatauine la cui zona è molto ricca di fossili e c’è un piccolo museo molto ricco di reperti fossili con pezzi di dinosauri, per il divertimento di grandi e piccini. In zona si puo fare anche un lungo giro in off-road a visitare antichi granai fortificati chiamati ksar che sono l’equivalente del nostro antico sistema contadino dei riccetti piemontesi e lombardi, fortificazioni create dai contadini per proteggere i raccolti dalle razzie. Lungo questo giro si possono vedere anche delle pitture rupestri millenarie, consiglio di prendere una guida chiedendo presso al museo, cosi da non perdere nessuna di queste antiche meraviglie. Da Tatauine andiamo a Chenini un bellissimo villaggio che fa parte delle oasi di montagna patrimonio dell’unesco, il villaggio è stato appena ricostruito rispettando il suo antico aspetto molto molto caratteristico essendo la parte vecchia arroccata sul cocuzzolo di un aspro rilievo roccioso che domina tutta la valle.
Qui vicino c’è un santuario dove riposano le spoglie di sette personaggi illustri e molto saggi, cristiani erranti convertitisi all’islam, di cui uno sembra essere un cane; una strana anomalia perche il cane e’ un animale impuro per la fede islamica e cosa ancora piu’ interessante vi è la tomba di una donna santa. Qui comincia una lunga polemica innescata dalle donne del gruppo coalizzatesi contro il nostro cicerone tunisino e contro i maschietti del gruppo, esse asserivano che tutte le donne sono sante e noi (maschietti) avremmo dovuto erigere monumenti ovunque per ogni donna; BHA!! noi maschietti invece dicevano l’esatto opposto. Nel cortile del santuario ci sono anche le tombe di sette giganti. Non sono giganti veri anche se la dimensione delle tombe lo farebbe supporre, infatti le tombe sono cosi grandi perche’ ospitano ognuna una famiglia nobile intera e le leggende col passare dei secoli hanno fatto nascere la credenza che vi fossero sepolti dei giganti. Il santuario si chiama dei sette grandi e dei sette giganti ed ha sette cupole bianche. La prossima tappa è l’oasi in mezzo al sabbione di Ksar ghilane con la sua caratteristica pozza di acqua termale molto calda.
La storia di questa oasi è molto antica, perche’ nelle vicinanze c’è un fortino in pietra di origini romane ma la piscinetta termale è nata dalle ricerche petrolifere che non sono andate a buon fine, perche trovarono solo una faglia in pressione di acqua fossile calda che ora alimenta la piscinetta per il piacere dei turisti. Adesso andiamo alla ricerca di antichi pozzi in mezzo al sabbione, antiche zone di sosta per le carovane che attraversavano il sahara, che oggi sono state rimodernate per abbeverare le greggi dei pastori nomadi della zona che qui fanno pascolare capre pecore e cammelli.
Tranne uno che era abbandonato da molto tempo forse perche secco gli altri sono forniti di pannelli solari o torri eoliche per il pompaggio del prezioso liquido in grossi serbatoi di cemento, la poesia dei luoghi ne risulta un po danneggiata ma stare in mezzo al sabbione e fantasticare su come fosse stato nel passato e’ comunque molto bello per un malato d’africa come l’orso. Eppoi lungo il cammino le carovane di cammelli si vedono comunque e con un po di fantasia…..
Da adesso comincia la parte impegnativa del giro con le dunette e i cordoni da scavalcare. Finora abbiamo scherzato ora si fa sul serio, anche se alla sera appena ci fermiamo per fare campo si scatena l’Happy hours alla milanese, sembra di stare sui navigli, non nel pieno del deserto. Si aprono i frigo e i tavoli si ricoprono di ogni ben di dio, salatini affettati stuzzichini e formaggi di ogni genere e regione aperitivi e softdrink di ogni tipo, scoppia d’improvviso la festa e i balli hehehe. L’orso per sua natura non e’ abituato a queste cose ma si adegua e tira fuori le sue caramelle gommose e si mette a far festa come puo’ pure lui hihihi.
La direzione e’ il monte di tembain e poi dopo un bel po di cordoni l’oasi di auin ouadet. I panorami si aprono e il deserto selvaggio ci circonda con la sua stupenda forza e desolazione e l’orso si ricarica lo spirito.
I passaggi si fanno piu tecnici, ora si scende spesso dalle auto ed a piedi si cercano le traiettorie migliori, i buchi, i catini, i passaggi laterali, gli sdunamenti di prepotenza e le discese ardite riempiranno le nostre giornate. La gigia si rivela una macchina un po piu impegnativa nella guida cosi tecnica ma alla fine grazie anche al frequente aiuto dei nuovi amici molto piu esperti di noi, anche lei ha mostrato il suo carattere di 4×4 dura e pura. Ma alla sera al campo si fa festaaaaaaaaaaa e quando arriva il buio accendiamo il fuoco e tutti intorno raccontano una storia (di viaggio) . L’oasi di auin ouadet è molto bella e appare all’improvviso in mezzo al deserto come una perla verde. La sua storia è simile a quella di ksar ghilane infatti è nata dalle ricerche petrolifere. Gli impianti di trivellazione giunsero qui in mezzo al nulla con gli elicotteri e trovando solo acqua termale calda sparirono senza lasciare ne traccia ne strada. Col tempo i pastori tuareg di cammelli della zona riuscirono per caso a riscoprirla e diffusero la notizia di questa nuova oasi e comincio la gara a trovare un passaggio via terra (sabbia) per raggiungerla, ora è abbastanza famosa perche il turismo in 4×4 ormai l’ha trasformata in una meta obligata della tunisia sahariana.
In questo viaggio ho potuto verificare che due proverbi antichi sono veramente ancora validi.
Un amico vero si vede nel momento del bisogno
Un amico vale piu di tutto l’oro del mondo
Infatti la gigia sul ritorno ha avuto uno stupido problema di avviamento che se fosse successo nella civilta avrebbe creato solo un po di disagio, ma essendo capitato in mezzo al sabbione le prospettive sono cambiate radicalmente.
E’ solo grazie ai nostri nuovi AMICI
che siamo riusciti a riportare la gigia tutta intera e interga e con una modica spesa a casa
Grazie di cuore ancora dunque ai ragazzi che ci hanno aiutato e stroppato ripetutamente nel sabbione
Sia materialmente che psicologicamente
Ciao e……… alla prossima
foto in 3d
foto navigabile con il mouse
foto panoramica
Questi due simpatici ed intrepidi genovesi ci hanno accompagnato per un po lungo i sentieri del Marocco nell’agosto del 2011
e qui sotto c’è un filmato con il sunto di tutto il loro giro e la nostra mitica Gigia bianca si intravede durante l’attraversamento di una حمادة hammāda intorno al minuto due e al minuto 3:50
Quest’anno avevo sentito dire che in Marocco ci sono dei castelli e dei forti molto belli da visitare,
(cliccare per ingrandire le foto)
quindi essendone appassionato,abbiamo preparato la gigia per un giretto di sopralluogo. Era previsto anche un po di sabbione così ci siamo caricati anche 4 piastre da sabbia e non le solite due come nei giri in gruppo. IL giro passava anche dalla zona del Rif con degli sterratoni e delle piste di montagna con dei bei strapiombetti quindi ho caricato anche verricello carrucole taglie und stropp varie, sicuro di trovare sempre un albero a cui attaccarmi in caso di bisogno hehehe, il rif e’ coperto di vegetazione. Le piastre sono state molto utili il verricello per fortuna no. Nel Marocco ci sono anche molti fiumi effimeri e non, cosi alla gigia ho messo gli snorkel, con dei prefiltri utili anche per aspirare meno polvere nei tratti sabbiosi. La dotazione si conclude con una grossa tavola di legno a mo di letto a due piazze montata dentro la vettura che prendeva tutto il posto tra il bagagliaio e i sedili ant , naturalmente i sedili post sono stati asportati completamente
(cliccare x ingrandire la miniatura)
Non avendo ancora esperienza diretta delle necessita che durante questo viaggio avremmo incontrato ci siamo dotati anche di una notevole riserva di acqua carburante e crostini, 100 litri di acqua e 120 litri di gasolio che si aggiungono ai 96 del serbatoio originale della gigiona piu dieci pacchi di crostini assortiti. Col senno di poi considerando il periodo del ramadam con tutti i negozi chiusi, e con una piu oculata gestione dei rifornimenti solo ora con le conoscenze dirette acquisite sul campo posso affermare che i crostini che abbiamo portato erano appena appena sufficienti visto che razionandoli ne è avanzato un solo pacco. Di gasolio sarebbero bastate due taniche da 20 per avere un po meno patemi e un minimo di riserva, tre sarebbe stato il numero perfetto ma ripensandoci con il gasolio che in loco costava 70 centesimi e riportandole indietro tutte belle piene ne avrei voluto avere altre 10 per fare piu’ scorta da portare a casa per l’inverno, invece di acqua ne sarebbe servita di piu anche se in loco la reperibilita è discreta avremmo magari fatto qualche doccia in piu invece di usarla solo ed esclusivamente per minimi scopi igienici ed alimentari. Anche le caramelle gommose sono finite presto, anche con un ferreo razionamento 2 kg non bastano perche i bimbi berberi e l’orso autista ne sono particolarmente ghiotti!!
Passiamo al viaggio che è stato in totale di circa 7600 km contando anche il lungo trasferimento fino all’imbarco ad Algeciras per Ceuta . Sfruttando internet per raccogliere informazioni Anna ha scovato una compagnia e una agenzia che fa prezzi veramente molto piu bassi degli altri e in piu ci hanno regalato un dolce al cioccolato e una bottiglia di ottimo sidro oltre a permetterci di non fissare una data per il rientro e di lasciare il giorno libero. Lo trovate a Palmones poco prima di Algeciras vicino al Carrefour e si chiama Gutierrez, cosa molto utile per noi che non sapevamo di preciso quando e… se mai saremmo ritornati da tale avventura in solitaria.
Una volta sbarcati proseguiamo verso Tetouan per poi seguire la costa su strada sterrata (perche l’asfalto e’ in rifacimento) fino a Oued Laou dove ci siamo fermati all’unico campeggio orribilis che c’e’ li. I paesaggi costieri sono molto belli sembra quasi di stare sulla costa ligure. Poi siamo scesi verso Bab-taza , Ketama , Taounate , Aknoul . Tutto o quasi su sterrati di montagna dove solo le capre potevano arrampicarsi su sentieri molto angusti con dei passaggi molto scenografici e a volte un po vertiginosi, ci siamo spinti li dove solo la super gigia 4×4 poteva osare hehehe.
Tornati alla civilta e sfuggiti letteralmente ai numerosi venditori di fumo ci siamo lanciati verso lo Jebel Tazzeka dove abbiamo visitato una enorme grotta verticale con bucone sul soffitto molto scenografica.
Finita la visita geologica ci siamo diretti su Guercif via asfalto e poi verso la bellissima pista sull’altopiano fra Debdou e Anoual. Dove l’erosione ci ha fatto divertire un bel po a cercare la giusta via fra passaggi molto scoscesi ed erosi dai uadi effimeri.
Una mattina sul presto al campo abbiamo ricevuto anche una delegazione di locali che ci sono venuti a salutare, erano molto teneri. IL gruppo era formato da tre pastori e tre bambini che hanno provato a comunicare con noi ma parlavano solo arabo purtroppo. I Bimbi si sono beccati tre brioches gli adulti non hanno voluto nulla neanche il caffe che stava gia sul fuoco, facendoci capire che per loro vigeva il ramadam al contrario dei bimbi.
Dopo questa parentesi ci siamo incamminati verso le dunone di Merzouga e l’erg Chebbi passando da Erfoud. Fra Taouz e Zagora si ricomincia a fare sul serio e il panorama diventa davvero desertico. Ma non e’ il solito deserto di sabbia e’ piuttosto una pietraia infinita condita da lunghi tratti di tolee. Lungo i vari percorsi incontriamo molti bambini berberi tutti molto educati e teneroni cosi esauriamo la scorta di giocattolini che ci eravamo portati da casa proprio per loro, quindi decidiamo che al prossimo villaggio un po piu grande andremo al mercato e compreremo in qualche bancarella un bel po di vestitini da regalare.
Sulla porta di merzouga ci ferma un locale per due chiacchiere e per i soliti messaggi commerciali (ormai il marocco e’ come canale 5 fra un panorama e l’altro c’e’ la pubblicita di qualcuno che vuole vendere qualcosa o portarti nell’albergo di qualche amico o fratello presunto) pero’ stavolta chiaccherando del piu e del meno ci avverte che ci sono due motociclisti, a dir suo genovesi come noi; che stanno aspettando all’ombra in un parcheggio piu avanti che passi un 4×4 per fare colonna e cominciare l’avvicinamento al sabbione.
Un po increduli ci avviamo al punto indicato e chetti incontriamo Due GENOVESI in vacanza nel SaBBione ma allora il mondo e’ piccolo davvero. Dopo i convenevoli di rito e appurato che gli intenti sono di fare il medesimo tratto di pista ci avviamo baldanzosi nei primi tratti di sabbione resi molto infidi dal caldo torrido di agosto. Devo dire che nonostante fosse la loro prima volta nella sabbia e che le moto fossero stracariche se la sono cavata alla grandissima, abbiamo condiviso anche un campo serale in mezzo al nulla. Al giorno dopo io buco di nuovo (con questa è la seconda foratura in africa ma è la terza del mese) e dopo aver sistemato la gomma ci fermiamo a mangiare mentre i baldi giovini (piu vigorosi di noi vecchietti) decidono di proseguire cosi la colonna di sfalda.
Quella delle forature sara un piccolo intermezzo che ci accompagnera per tutto il viaggio e se non avessi avuto il kit di riparazione e due gomme di scorta ci sarebbe stato da ridere. Alla fine del giro le forature saranno 4 tre sulla post sx e una sulla post dx. Piu che i sassi acuminati colpevoli per due forature ci sono state due viti parker prese su asfalto in momenti e tempi diversi.
Di solito al giorno faceva un caldo torrido ma con l’aria condizionata i 40 gradi si sopportavano bene. Quello che non avevo previsto e’ che di notte facesse comunque un caldo torrido tanto da toglierci il sonno. Ero abituato che di notte la temperatura nel deserto calasse almeno a 25 gradi ma ha sempre fatto almeno 35 gradi, costringendoci a tenere i finestrini della nostra gigialetto aperti. Il risultato e stato una torma di mini moscini che ci ha letteralmente mangiati vivi anche se cosparsi di autan eravamo pieni di fastidiosi e pruriginosi bubboni.
Comunque le esperienze i panorami gli incontri con la gente del deserto da qui a Tan-Tan ci hanno ripagato ampiamente delle minime sofferenze patite donandoci un arricchimento dell’anima che niente potrebbe eguagliare. Come quando dal nulla ci è apparsa l’oasi sacra dove ci siamo concessi una ricca doccia e due bibite quasi fresche che dopo la sudataccia dell’insabbiatura del mattino ci sono sembrate un enorme premio. Per non parlare dei tanti ksar incontrati lungo le strade o gli scorci dei villaggi costruiti sulla falesia con i mattoni crudi che possono rivaleggiare come bellezza con le nostre citta murate medioevali oppure i tanti fortini diroccati della ex legione tutti molto affascinanti quanto decadenti o delle verdissime palmeraie dove ogni centimetro anzi ogni millimetro di terra e’ sfruttato per coltivazioni e nel cui dedalo di sentierini pedestri una volta noi ci siamo pure persi. IL viaggio vale cento volte ogni goccia di sudore speso. Poi dopo Tan Tan lungo la costa le temperature crollano, e’ l’effetto mitigante dell’oceano; di giorno al massimo 25 gradi e la sera molto meno tanto da farci usare i sacchi a pelo per difenderci dal fresco della notte e la felpa la mattina.
IL viaggio continua ancora un po su sterrati finche possiamo seguire la costa e la vista dell’oceano. I panorami cambiano un po ma vedere i dunoni che degradano fino all’acqua ha comunque un bell’effetto come le tantissime baracchette riparo dei pescatori molto caratteristiche nella loro semplicita. Ad un certo punto verso Sidi-ifni gli sterrati finiscono i giorni di ferie pure e quindi ci mettiamo in caccia dell’autostrada e torniamo indietro con un po di magone perche il viaggio ormai e’ finito. Ma torniamo felici perche i sorrisi dei bambini e della gente come anche i paesaggi sconfinati del nulla ci hanno riempito il cuore l’anima e la mente.
Per un po’ con i ricordi potremo resistere lontano dall’africa, ma chissa per quanto potremmo resistere ancora…..
…Questo è stato un viaggio ancestrale dentro le origini del nostro mondo
siamo andati alla ricerca delle nostre origini di uomini
alla ricerca di conoscenze perdute nei meandri dei ricordi e dei tempi che furono
Siamo andati alla ricerca dei nostri antenati di 20.000 anni fa
Nel deserto tutto è cominciato e tutto è finito
IL deserto ricorda tutto quello che siamo e quello che eravamo
Per questo “viaggiare” nel deserto è viaggiare dentro la nostra anima
Nel Tassili Algerino abbiamo cercato la nostra anima ancestrale perduta
Abbiamo cercato le antiche tracce dei graffiti preistorici lasciate dagli uomini antichi di antiche civilta oramai estinte
Abbiamo cercato le origini della vera e semplice ma genuina vita
Abbiamo cercato tutte le origini
Abbiamo cercato noi stessi
Abbiamo cercato di ritrovare l’essenza vera della nostra anima di origine primordiale
Solo nel deserto la puoi ritrovare
E noi l’abbiamo trovata
Abbiamo visto con i nostri occhi e toccato con le nostre mani il monolite perfettamente squadrato
che recava le tracce di antichi passaggi
Abbiamo trovato valli nascoste e protette da altissime mura di roccia come possenti bastioni a difesa di antichi ricordi
se vuoi ingrandire una foto cliccala
Abbiamo trovato sorgenti celate ai piu conoscute solo ai nobili popoli del deserto
Abbiamo letto le antiche lettere e le scritture in linguaggio che solo i popoli nomadi conoscono
antichi avvisi e rassicurazioni sulla bonta delle fonti
Abbiamo trovato i segni lasciati dalle nostre origini
Abbiamo trovato enormi e stupende architetture che la natura è riuscita a creare solo con il vento
vere e proprie cattedrali con archi pinnacoli colonne maestose e intricati arabeschi
Abbiamo valicato delle dune come montagne altissime e ripide come dolomiti
che ti fanno sentire piccolissimo
Ma solo nel niente puoi trovare tutto
e………..
ABBIAMO TROVATO LA NOSTRA ANIMA
eppoi l’abbiamo persa