La Tana dell'Orso

La Tana dell'Orso
Cose Sparse ma anche Foto per l’anima e Waypoint per G.P.S.

Tunis Abou Abdallah Attounsi rilasciato

20 aprile, 2013

Un pericoloso falsario che procurava passaporti falsi a terroristi di varie nazionalita è stato estradato in Tunisia dopo il suo arresto in egitto, ma appena giunto nelle mani dei funzionari tunisini è stato rilasciato senza nessuna spiegazione ufficiale, ciò è molto preoccupante.

La décision de relâcher Abou Abdallah Attounsi, de son vrai nom Imed Ben Salah, arrêté en Egypte puis refoulé vers la Tunisie,

Abu Abdallah Attounsi

suscite des questions troublantes dans l’opinion publique.

En effet, le motif de son arrestation par les autorités égyptiennes, il y a une semaine, est la falsification et la délivrance de faux passeports ; un crime sévèrement punissable aussi bien en Tunisie qu’en Egypte que partout ailleurs dans le monde.

Pour le cas de cette affaire, le mobile du crime est l’utilisation de passeports falsifiés dans le cadre d’activités djihadistes en Syrie.

Son extradition vers la Tunisie a laissé penser qu’il allait être interpellé puis arrêté et traduit devant les tribunaux.

Seulement, la décision du Parquet a pris de court tout le monde. Comment expliquer, en effet, cette décision à propos d’un acte d’une telle gravité pour un mobile aussi dangereux ? Jusque là aucun démenti ni réponse n’ont été fournies par les autorités tunisiennes ce qui donne libre cours à différentes interprétations. Et tout d’abord, il est important de savoir si Abou Abdallah Attounsi a été extradé à la demande du gouvernement tunisien ou simplement expulsé par les autorités égyptiennes.

fonte >>>> webdo.tn/2013/04/06/abou-abdallah-attounsi-aurait-t-il-ete-ramene-en-tunisie-pour-etre-relache/


Tunis : esiste un governo ombra

20 aprile, 2013

Il ministro del commercio tunisino non riesce piu a tecere ed afferma che esiste un governo parallelo ombra che da direttive precise e inderogabili al governo in carica e lui ha deciso di dimettersi perche non puo piu sopportare queste imposizioni

Le ministre du Commerce, Abdelwaheb Maatar, a indiqué à Africanmanager, qu’il est désormais en très mauvais termes avec le Conseiller économique du chef du gouvernement tunisien Ridha Saïdi, à propos du dossier du contrôle des prix. Maatar nous a même indiqué qu’il a fait part au chef du gouvernement de son intention de rendre le tablier et démissionner, si Ali Larayedh ne lui donnait pas les pleins pouvoirs dans la gestion de ce dossier qui est actuellement, selon le ministre Maatar, entre les mains du gouvernement parallèle que forment les conseillers du chef du gouvernement tunisien.

fonte >>> africanmanager.com/detArticleP.php?art_id=149855


Tunis la liberta di stampa è in pericolo

20 aprile, 2013

L’Observatoire du Centre de Tunis pour la Liberté de la Presse a fait état de deux dépassements, cette semaine. L’un à Bizerte où un journaliste a été agressé par les manifestants… L’autre, à la radio Shems FM où l’Observatoire du Centre de Tunis pour la Liberté de la Presse a relevé un cas de censure.

Helmi Hamami, correspondant du site Jadal à Bizerte, a été gravement agressé physiquement et moralement, mardi dans l’après midi, par les manifestants protestataires de la décision de la Ligue nationale de Football,

CTLP

quand il était en train de faire son travail.

L’agression a eu lieu au centre-ville où il a été frappé d’une barre de fer l’ayant atteint à la tête avec comme conséquences de profondes blessures et un état d’évanouissement pendant un certain temps, selon un communiqué de l’Observatoire du Centre de Tunis pour la Liberté de la Presse.

Les agresseurs l’ont également dessaisi de sa caméra ainsi que de son téléphone portable. Des citoyens ont intervenu pour l’arracher des mains des agresseurs avant de le transporter à l’hôpital de la ville.

fonte >>>> webdo.tn/2013/04/20/centre-de-tunis-pour-la-liberte-de-la-presse-un-journaliste-dangereusement-agresse-a-bizerte/


Egitto: scontri tra pro e anti Morsi al Cairo

20 aprile, 2013

Almeno 82 persone sono rimaste ferite Venerdì in scontri al Cairo tra oppositori e sostenitori del presidente islamista Mohamed Morsi che chiedevano una riforma del sistema giudiziario, ai ferri corti con il governo. Questi scontri sono scoppiati quando i manifestanti anti-Morsi diretto alla Corte Suprema, dove migliaia di Fratelli musulmani riuniti con grida di “Il popolo vuole la bonifica di giustizia.” Questi manifestanti hanno bruciato un autobus noleggiato dai Fratelli Musulmani.

fonte >>>atlasinfo.fr/Egypte-affrontements-entre-pro-et-anti-Morsi-au-Caire-au-moins-82-blesses_a41515.html


Tunisia assemblea scostituente

20 aprile, 2013

assembleascostituente

Fonte >>> debatunisie.com/archives/2012/05/17/24284191.html


Gheddafi: Ucciso per un sogno liberare l’africa

20 aprile, 2013

Valuta e la Banca centrale africana nel 2014

Gheddafi propose l’istituzione di un’unità monetaria africana (AMU). Aveva versato 30 miliardi (di dollari) per la creazione dell’AMU, che avrebbe avuto sede a Yaoundé (Camerun). Aveva inoltre in programma la creazione di una Banca Centrale Africana (ACB), che avrebbe dovuto installare il suo quartier generale ad Abuja, la capitale federale della Nigeria.

La banca africana doveva iniziare ad emettere una moneta africana nel 2014. “Cosa che non piacque all’occidente, perché ci avrebbe permesso di abbandonare il CFA ed altre valute che servono solo a corrompere le nostre economie” dice indignato Cissé

Satelliti africani e Afriqiya: Due idee concrete per l’unità
Gheddafi spinse i suoi colleghi a comprare un satellite per l’Africa, l’Africa ha la sua indipendenza nelle comunicazioni, pre-finanziando questo acquisto con centinaia di milioni di dollari. “Seppe spendere generosamente (…) e per acquistare il satellite africano, ci sono voluti trecento milioni di dollari pronti”, dice Moustapha Cissé, ex-ambasciatore senegalese in Libia ed ex-consigliere speciale dell’ex presidente del Senegal Abdiou Diouf, responsabile del mondo arabo-islamico.

La vita dei libici, con Gheddafi
1 – La Libia era l’ultimo nell’elenco dei Paesi indebitati! Il debito era il 3,3% del PIL! In Francia è l’84,5%! L’88,9% negli Stati Uniti! Il 225,8% in Giappone!
2 – La luce era gratuita!
3 – L’acqua calda era gratuita!
4 – Il prezzo di un litro di benzina era di 0,08 euro!
5 – Le banche libiche prestavano senza interesse!
6 – I cittadini non pagavano tasse e l’IVA non esisteva!
7 – Ogni famiglia libica, su presentazione del libretto di famiglia, riceveva 300 euro di aiuti al mese!
8 – A ogni studente che voleva studiare all’estero, il “governo” dava una borsa di studio di 1627,11 euro al mese!

fonte >>>>ladepechedabidjan.info/Tue-pour-l-empecher-de-liberer-l-Afrique-des-2014_a13446.html


Siria israele teme l’effetto libia

20 aprile, 2013

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha nuovamente minacciato un intervento militare nella guerra civile in corso in Siria, affermando che potrebbero avere bisogno di tale coinvolgimento per evitare che le armi finiscano nelle mani dei terroristi.

Netanyahu ha citato le preoccupazioni che gruppi ribelli, legati all’al-Qaeda potrebbero impossessarsi delle armi chimiche del governo siriano e dei missili anti-aerei, se il governo Assad crolla.

Le preoccupazioni che al-Qaeda possa beneficiare del cambio di regime sembrano abbastanza fondate, poiché l’intervento militare della NATO in Libia ha portato materialmente alla stessa cosa, con le armi del governo Gheddafi che ancora alimentano le guerre in Africa, così come la guerra siriana in corso.

fonte >>>> inpolis.it/2013/04/20/israele-minaccia-lintervento-militare-in-siria/”>Israele minaccia l’intervento militare in Siria. | inpolis.


Francia: inchiesta su finanziamento libico a Sarkozy

20 aprile, 2013

È stata aperta dalla magistratura francese un’inchiesta giudiziaria sulle accuse di finanziamento da parte della Libia di Muammar Gheddafi, nel 2007, della campagna elettorale vincente di Nicolas Sarkozy.

L’inchiesta, si apprende da fonti giudiziarie, è stata aperta contro ignoti per corruzione attiva e passiva, traffico di influenze, falso, appropriazione indebita e riciclaggio.

Il faccendiere franco-libanese Ziad Takieddine aveva dichiarato lo scorso 19 dicembre di avere in mano le prove del finanziamento da parte della Libia della campagna elettorale di Sarkozy

fonte >>>> ticinonews.ch/articolo.aspx?id=296965


Mauritania avra la piu’ grande centrale solare dell’Africa

19 aprile, 2013

E’ stata inaugurata in Mauritania, a Nouakchott, dal presidente Mohamed Ould Abdelaziz, la piu’ grande centrale solare del Continente. L’impianto ha una capacita’ di 15 megawatt ed e’ stata realizzata dalla societa’ emiratina Masdar, grazie ad un finanziamento da 32 milioni di dollari concesso dagli Emirati Arabi alla Mauritania.

Secondo le previsioni, oltre ad aumentare la disponibilita’ di elettricita’ per la capitale, la nuova centrale consentira’ di abbassare la ”bolletta” che grava sulla Mauritania, peraltro dando al Paese delle risorse energetiche ”pulite”.

Inoltre la Mauritania potra’ esportare parte dell’elettricita’ prodotta a Paesi vicini, quali il Senegal.

fonte >>> businesswire.com/news/home/20130418006791/it


Francia Femen bruciano bandiera salafiti davanti moschea parigi

19 aprile, 2013

femen-bandiera-salafiti


Tunisie تونس : salafiti attaccano universita femminile

19 aprile, 2013

Alcune decine di salafiti hanno attaccato, ieri sera, nel quartiere del Bardo, a Tunisi, un centro universitario femminile dove era in corso un evento culturale che gli integralisti ritenevano “indecente”.

La direzione del centro ha chiesto l’intervento della polizia che, per disperdere l’assembramento, ha fatto uso di granate lacrimogene e che, quindi, ha lasciato delle unità a garanzia della sicurezza della struttura e delle ragazze che stavano partecipando alla serata.

Gli incidenti, secondo quanto riferisce il sito Tunisie Numérique, erano cominciati già prima dell’assalto, quando un piccolo gruppo di salafiti aveva cercato di interrompere una serata culturale e musicale. Visto l’esito negativo del primo tentativo, i salafiti sono tornati, ma in numero molto maggiore cercando di fare irruzione nel centro.

fonte >>>> ticinonews.ch/articolo.aspx?id=296817


Libye ليبيا : sparano ad aereo passeggeri in aeroporto

19 aprile, 2013

Tripoli, 18 apr. – (Adnkronos/Aki) – Colpi d’arma da fuoco sono stati esplosi contro un Boeing 737 della compagnia libica Buraq Air durante l’atterraggio a Tripoli. Lo riferiscono i media locali, secondo i quali il velivolo non ha riportato danni ne’ si contano vittime tra i 155 passeggeri a bordo. L’aereo era partito da Bengazi e diretto a Tripoli. Per motivi di sicurezza la Buraq Air ha cancellato i voli previsti oggi da e per la capitale libica.

fonte >>>> adnkronos.com/IGN/News/Esteri/Libia-spari-contro-aereo-passeggeri-durante-atterraggio-a-Tripoli_32105273620.html


Algeria: Beccati con le mani nel sacco

18 aprile, 2013

[trad automatica google]Un gruppo di cinque persone, tra cui due tunisini sono stati arrestati Mercoledì 17 aprile, dalla polizia di Annaba in Algeria, il possesso di 30 Kalashnikov fabbricazione tedesca e 19 binocoli con notte-uso infrarossi, secondo AFP.

Secondo la stessa fonte, un investigatore infiltrato questo gruppo e identificato tramite (un giovane residente in Annaba) che offre di acquistare un Kalashnikov in cambio di 600.000 dinari.

transazione eseguita, il ricercatore vince trafficanti di confidenza delle armi tra tunisini e libici.

trafficanti di gruppo sono stati arrestati in flagranza di reato.

Cinque persone sono state poste ieri in carcere dal magistrato della prima sala, su raccomandazione del pubblico ministero presso la corte di Annaba.

fonre >>> newsoftunisia.com/international/algerie-arrestation-de-2-tunisiens-en-possession-dun-arsenal-de-guerre/


Mauritania roccaforte della schiavitù

18 aprile, 2013

La nazione africana è stata l’ultima a dichiarare fuori legge la schiavitù, nel 1981. Tuttavia, un solo proprietario di schiavi è stato perseguito per la sua pratica e la tradizione di schiavisti continua in modo disumano a sfruttare intere generazioni di cittadini. I due reporter hanno sono riusciti ad entrare in Mauritania con un permesso per girare un reportage sugli sciami di locuste. In realtà lavoravano alla loro inchiesta di nascosto, stando coperti il più possibile, come si dice in gergo, perché erano controllati a vista da agenti del governo.

Il progetto di Sutter e McNamee è stato pubblicato online, documentato con fotografie e video. Tutta la storia viene raccontata in un documentario multimediale, in cui è spiegata anche la vicenda di uno schiavista diventato poi abolizionista e sono raccolte delle interviste di schiavi liberati, fuggiti dalla Mauritania negli Usa.

Il 29 novembre dello scorso anno, il governo della Mauritania ha approvato un disegno di legge che rende il possesso di schiavi un crimine contro l’umanità. È l’ennesimo tentativo di combattere un sistema estremamente difficile da sradicare. L’inchiesta inizia così: ”Il mare infinito di dune del deserto della Mauritania nasconde un segreto: tra il 10 e il 20 per cento della popolazione vive in stato di schiavitù. Come il racconto della giornata di una donna che insegna: Il primo passo verso la libertà è rendersi conto che si è schiavi”.

fonte >>>> expost24.com/2013/04/12/lultima-roccaforte-della-schiavitu/


Mali: jahadisti fuggono nei paesi confinanti

18 aprile, 2013

Misna – Secondo le informazioni raccolte dai servizi di sicurezza statunitensi, ma anche ad informative Onu alcuni di loro sarebbero passati ad est verso il nord del Niger, per poi transitare in Ciad e raggiungere la Libia. Dall’estremo nord del Mali altri gruppi avrebbero varcato i confini con l’Algeria per arrivare fino al Sahara Occidentale, dove si sarebbero infiltrati nei campi sahrawi. Ad ovest una terza rotta li avrebbe portati allo sbando in Mauritania.

“Ora la paura è che questi gruppi si stiano nuovamente organizzando e armando e possano ritornare nel nord del Mali per riprendere la lotta” ha dichiarato dal capoluogo settentrionale di Gao Ousmane Maiga, del coordinamento dell’Associazione giovanile. Nella situazione attuale ci sarebbero anche rischi concreti per il Sahara occidentale, territorio conteso dal 1975 tra il Marocco e il Fronte Polisario, sostenuto dall’Algeria. In un recente rapporto del segretario generale Onu Ban Ki-moon veniva evidenziato il rischio di una “radicalizzazione” del Polisario a causa della presenza di jihadisti nei campi sfollati, che farebbe del Sahara occidentale una “bomba a orologeria”.

Anche in Mali, il pericolo rappresentato dal Movimento per l’unità e il jihad in Africa occidentale (Mujao) e da altri gruppi armati, anche tuareg, non è ancora del tutto rientrato. Sacche di resistenza sono ancora presenti nelle città di Gao e Kidal, già colpite da attentati suicidi, scontri e guerriglia urbana da fine gennaio. Uno scenario che potrebbe evolvere negativamente dopo il ritiro annunciato dei soldati ciadiani e di quelli dispiegati da Parigi, mentre il Consiglio di sicurezza Onu deve ancora pronunciarsi sull’invio di una missione di peacekeeping.

Al di là degli sviluppi militari, il governo di transizione deve portare avanti un delicato processo di riconciliazione nazionale, in un paese diviso in due per diversi mesi. Critiche alla neo commissione nazionale di dialogo e riconciliazione sono arrivate dalla comunità nera Kel Tamasheqs o Bellah (‘la gente del Tamasheq’), cioè i tuareg neri che parlano la lingua tamasheq e chiedono di ottenere una rappresentanza. Secondo loro “nella sua composizione, la commissione non è inclusiva e ignora la voce di tutti quelli che subiscono umiliazioni, compresa la nostra comunità”. Pochi giorni fa critiche erano arrivate dal Collettivo degli abitanti del Nord (Coren) che diceva di “non riconoscersi in questa commissione”.

fonte >>>> laperfettaletizia.com/2013/04/mali-jahadisti-in-fuga-pericolo-anche.html


Repubblica del centrafrica gli scontri continuano

17 aprile, 2013

A mob in Bangui has killed seven fighters, all members of the Seleka group which ousted Francois Bozize last month, in the former Central African Republic (CAR) president’s electoral district.

“Seven Seleka members who had been disarmed by military police were killed and five wounded on Monday evening and Tuesday morning in Boy-Rabe by armed men and civilians,” General Ousman Mahamat told reporters.

The fighters had earlier been disarmed by the army in a bid to restore order to the northern Boy-Rabe neighbourhood – the scene of repeated pillaging and violence, Mahamat said on Tuesday.

He added that one of the victims had had his skull shattered by a large stone.

fonte >>>> aljazeera.com/news/africa/2013/04/2013416211028162106.html


Morocco Western Sahara per ripicca annullati war games

17 aprile, 2013

Gli usa propongono di estendere il mandato dell’onu nei territori Sarawi occupati dall’esercito marocchino, allo scopo di tutelare e monitorare il rispetto dei diritti civili nel Western Sahara occupato da forze armate marocchine , per tutta risposta il re del Morocco annulla le esercitazioni congiunte, programmate da molto tempo, con le forze armate americane.

(Reuters) – The United States has proposed that the U.N. peace-keeping mission in the disputed territory of Western Sahara help monitor human rights there, U.N. diplomats said on Tuesday, an idea that has prompted an expression of regret from Morocco.

The U.S. proposal was contained in a draft U.N. Security Council resolution Washington circulated to the so-called Group of Friends on Western Sahara, which includes the United States, France, Spain, Britain and Russia, U.N. diplomats said on condition of anonymity.

“The U.S. has proposed a human rights-monitoring component for the U.N. in Western Sahara,” a diplomat said. Other diplomats, as well as the Robert F. Kennedy Center for Justice and Human Rights, confirmed his remarks.

The draft resolution is intended to extend the mandate of the U.N. mission in Western Sahara for another year. It is scheduled to be put to a vote later this month.

Morocco’s government responded to the U.S. proposal by canceling the annual “African Lion” war games in protest.

fonte >>>> reuters.com/article/2013/04/17/us-westernsahara-un-idUSBRE93G00X20130417


Algeria: due milioni di case popolari

16 aprile, 2013

La carenza di alloggi sociali è spesso alla base delle proteste di piazza in Algeria. A Ouargla, nel del paese, negli ultimi giorni le strade sono state da chi protesta perché non ha avuto assegnata una casa popolare e da chi sostiene che i posti di lavoro non ci sono perché il governo concentra al nord tutte le politihe di crescita. Negli scontri un manifestante è morto asfissiato dai gas lacrimogeni.

Per affrontare il gigantesco problema dell’edilizia popolare è allo studio un programma che porterà, entro il 2014, alla costruzione di due milioni di nuovi alloggi che saranno assegnati ai meno abbienti, a condizione di estremo favore. Sorge però un problema. Le imprese algerine non posso farsi carico di un lavoro così impegnativo e così lo Stato algerino ha bandito una serie di appalti. Sono state accuratamente selezionate una serie di società straniere che parteciperanno. Gli appalti facevano gola a decine di società straniere ma il business miliardario coinvolgerà una decine di aziende, tra cui l’italiana Astaldi.

fonte >>>> today.it/mondo/piano-edilizia-popolare-algeria-italia.html


PADRE PIO (di Mario Trevisan)

16 aprile, 2013

[banner size="468X60"]Voglio divulgare questo interessante articolo di Mario Trevisan, una interessante e esemplare testimonianza del suo incontro con Padre Pio, in modo da dare una bella immagine di un altro personaggio ridicolo della cristianità, ma che continua a far abboccare molti pecoroni.[]Forse la cosa può non interessare alcuno, tuttavia provo a raccontarla come posso. Si dà il caso che nella mia giovinezza abbia avuto l’occasione di incontrare l’allora già famoso Padre Pio.

Il santone aveva fama di penetrare le coscienze, di vedere dentro l’anima delle persone, insomma era considerato un chiaroveggente che stupiva creduli e scettici.
Il cinema ha esaltato tali qualità e molte serie televisive hanno rappresentato innumerevoli e commoventi testimonianze elogiative, celebrative, agiografiche.
Io sono rimasto affatto coinvolto non avendo trovato alcunché di straordinario nel mio incontro, anzi, a dir la verità, fu un’esperienza piuttosto deprimente.
Non so se mi fossi proposto di testimoniare, diciamo a Porta a Porta, sarei stato accet-tato perché avrei rappresentato una voce fuori dal coro.
Riassumo brevemente la cronistoria.
La mia anziana sorella era stata suggestionata da una ancor più anziana amica con fervidi racconti sulle performances del santo pugliese. Per un motivo che dirò più avanti, la sorella insistette alquanto affinché l’accompagnassi a San Giovanni Rotondo, offrendomi viaggio e soggiorno gratis.
A quel tempo (1959) io ero uno zelante giovane fresco di Azione Cattolica, dirigente Acli e gruppi giovanili d.c. e, tutto sommato, abbastanza curioso di vedere da vicino il …fenomeno.
Essendo il tutto a costo zero, soddisfacendo al contempo il desiderio della sorella maggiore, accettai la proposta. Giunti colà, prendemmo alloggio in un alberghetto dirimpetto al convento dei cappuccini.
Rimasi sorpreso che la sorella non prenotasse subito la confessione, adducendo una qualche indisposizione psicofisica momentanea.
Io invece prenotai l’audizione penitenziale mettendomi in lista d’attesa, che durò quattro giorni, durante i quali partecipavo devotamente alla messa mattutina, anzi notturna, celebrando il padre alle cinque della notte o, se si vuole, del mattino.
Durante il giorno gironzolavo per la chiesa per curiosare, non per meditare, poiché era impossibile trovare la tranquillità per un minimo di concentrazione in quel frastuono di pellegrini e gruppi femminili di vocianti corali preghiere incrociate.
Il paese poi era tutto un bazar orientale di negozi e negozietti, chioschi e bancarelle che offrivano l’imbarazzo della scelta fra un’infinità di cianfrusaglie sacre e profane per tutti i gusti e tutte le tasche.
Quand’ero sazio delle mie ricognizioni rientravo in albergo immergendomi nella lettura. Ho sempre avuto l’abitudine di portare con me qualche libro. Con un libro la solitudine e la noia non ci sono mai…
Giunto alfine il grande momento, verso le ore 9.30 circa del quarto giorno fui introdotto nella sacrestia dove, in un angolo, sedeva il Padre accanto a un inginocchiatoio.
Io ero abituato a confessarmi con sincerità, poiché altrimenti sarebbe stato inutile e sacrilego. In questa circostanza, poi, sarebbe stato impossibile mentire dal momento che il Nostro sapeva leggere nel pensiero altrui…
Sia lodato Gesù Cristo, sempre sia lodato !
Provai subito un senso di soggezione in quanto il confessore mi appariva piuttosto corrusco. Il dialogo fu il seguente:

Frate – da guando dembo non di gonvessi ?
Penitente – da un mese
Frate – hai berso messa ?
Penitente – no
Frate – hai bestemmiado ?
Penitente – no
Frate – di sei inguiedado ?
Penitente (a questo punto mi inceppai. Cercai rapidamente di definire
dentro di me il senso di questa domanda. Cosa voleva dire
inquietato? Essere inquieto, ossia preoccupato, turbato,
impensierito… altro non mi sopravvenne…)
- Risposi: ma, non so, forse, mah …
Frate – gome vorse, si o no ?
Penitente – ma… è un peccato questo ?
Frate – gome non è peggado !
Penitente – ma, non so…
Frate – vai, gorrèggede e dorna a gonvessardi !
Penitente – non mi dà l’assoluzione ?
Frate – no !
Penitente – perché ?
Frate – gorrèggede e dorna a gonvessardi !

Confuso e avvilito mi alzai e uscii sfilando lungo la teoria degli altri penitenti in attesa del loro turno.
Quando tornai in albergo, la sorella eccitata mi chiese subito: e allora com’è andata ? Le risposi asciutto: non mi ha dato l’assoluzione !
Ah ! no ! neanche a te ? Ah, beh, allora non ci credo più ! Io pensavo di essere così indegna da non meritare misericordia, ma tu così devoto, perché mai ?
Ecco spiegato l’arcano. Mi aveva portato laggiù come cavia per vedere se avesse trattato un…”puro” come aveva trattato lei in precedenza.
Risposi, forse il Pio non era in giornata…
E così ritornammo a casa in uno stato d’animo diverso; mia sorella era sollevata ed euforica perché convinta di non essere stata respinta per indegnità, bensì per calcolo astuto di promozione turistico-religiosa; io stavolta inquieto sì, e confuso.
Da un lato non volevo pensare male, che il frate cioè usasse questi trucchi (che peraltro sentii raccontare fossero abbastanza frequenti) per indurre i creduli tremebondi a ritornare nelle lunghe liste d’attesa, con i costi connessi; dall’altro opinavo che se fosse vero che intravedeva tutto, avrebbe saputo che abitavo a più di mille Km. di distanza e tornare a confessarmi non era come andare alla parrocchia sotto casa…
Ma ciò che mi conturbava di più era quale peccataccio fosse mai questo “inguiedado”.
Feci un test a molti amici per sapere cosa volesse significare il vocabolo “inquieto” e tutti convennero nel dargli il significato che ne davo io. Solo molti anni dopo, per caso, durante le mie vacanze a Otranto venni a saper che i pugliesi usano il verbo “inquietarsi” e derivati per intendere: impazientirsi, stizzirsi, ma più spesso, adirarsi. Il peccato sarebbe stato l’ira, dunque; va a sapere…
Quindi il frate veggente non seppe nemmeno capire che il suo dialetto non poteva essere compreso da un nordista ignorante quanto lui.
Il mio confessore, al quale raccontai l’accaduto, mi disse che il santo vedeva probabilmente le cose in un senso superiore, globale, e che nell’economia della salvezza solo i santi, che godono della visione di dio, conoscono i disegni imperscrutabili della provvidenza. Noi, come al solito, dobbiamo inchinarci di fronte al mistero, avere umiltà, pregare, adorare e sperare nella misericordia di dio, anche se le sue vie ci sembrano tortuose e incomprensibili…
Beh… andò a finire che la sponsorizzazione turistica che funzionò per mia sorella (e chissà per quanti altri) con me non andò a buon fine.
La mia fede cominciò a vacillare e incominciai a cercare di saperne di più.
La mia ricerca fu lunga e seria: studiai teologia sui testi canonici e su un sacco di libri con l’imprimatur, ma per onestà intellettuale e per principio metodologico esaminai anche opere di autori critici e liberi pensatori.
Studiai e discussi anche più del dovuto per saperne abbastanza e da molti anni vivo serenamente il mio ateismo, sorridendo di quella buffa esperienza e dell’ingenuità di quegli anni verdi in cui funzionava ancora l’imprinting a senso unico ricevuto ossessivamente nell’infanzia violata.
Padre Pio, non avrai il mio scalpo !

Mario Trevisan

[]

viaIL MIO PADRE PIO (di Mario Trevisan).


La verità su madre teresa

16 aprile, 2013

(titolo originale: The Missionary Position. Mother Teresa in Theory and Practice. London : Verso 1995)

Traduzione di Eva Kampmann. Prefazione di Antonio Pascale. Introduzione di Christopher Hitchens

1ª ed. it. minimum fax 1997. 2ª ed. it. Roma, minimum fax 2003

pp. 134, € 7.75.

Un libro di forte impatto, un testo scomodo su uno dei personaggi di culto del pantheon cattolico dei nostri giorni.

L’immagine della missionaria ne esce a pezzi: Christopher Hitchens,

saggista di successo e giornalista per alcune importanti riviste statunitensi, ha scritto questo agile pamphlet dopo aver curato, sullo stesso argomento, un documentario per Channel Four (che mai vedremo in Italia).

Pagine provocatorie fin dal titolo, che gettano una luce sinistra sulla venerata missionaria, dipinta come una fanatica di scarsa intelligenza. A riprova, racconta l’aneddoto di quando le posero la domanda «cosa avrebbe scelto, fra Galileo e l’Inquisizione?»: la missionaria ebbe modo di scegliere, senza esitazione, la seconda opzione.

Il suo integralismo la portò a comportamenti che denotano una ben scarsa umanità: dalla convinzione che la sofferenza dei poveri sia di grande aiuto per il mondo, al battesimo praticato in punto di morte a inermi induisti e musulmani, agli standard di assoluta inefficienza dei suoi ospedali (anche se poi, per i propri malanni, si faceva curare in costose cliniche occidentali).

Il testo si sofferma anche sulle fortune economiche dell’Ordine religioso creato da madre Teresa, tanto elevate e ben celate da non permetterne, in pratica, una quantificazione sicura.

viaLa verità sulla religione cristiana.


Farnesina i numeri per chiedere notizie Boston

16 aprile, 2013


مصر Égypte :due funzionari accusati di torture

16 aprile, 2013

Il Cairo (Egitto), 14 apr. (LaPresse/AP) – Due funzionari dei Fratelli musulmani della città di Damanhour, nel nord dell’Egitto, sono stati rinviati a giudizio per l’accusa di aver rapito e torturato tre giovani nella sede locale del gruppo lo scorso 24 novembre, durante gli scontri tra sostenitori e oppositori del presidente Mohammed Morsi. L’avvocato delle vittime, Mohammed Bahnasy, conferma che i tre rapiti e torturati sono Mahmoud Ali, 17 anni, Mohammed Mansour, 18 anni, e Mustafa Farag, 21 anni.Egitto, 2 funzionari Fratelli musulmani rinviati a giudizio per tortura

fonte >>> lapresse.it/mondo/africa/egitto-2-funzionari-fratelli-musulmani-rinviati-a-giudizio-per-tortura-1.316332


Libya la vendetta americana

16 aprile, 2013

Il fondatore di una milizia armata sospettata dell’uccisione dell’ambasciatore americano in Libia è scampato ieri a un tentativo di “assassinio”: lo riferisce l’edizione online del quotidiano Libya Herald, non confermando per ora indiscrezioni circa un ferimento dell’uomo.

Tornato in Libia dopo un periodo di detenzione nel carcere americano di Guantanamo, nel 2011 Sufian Ben Qumu è divenuto una figura di riferimento della rivolta contro il colonnello Muammar Gheddafi. In seguito ha fondato Ansar al Sharia, una milizia islamista ritenuta responsabile nel settembre scorso dell’assalto al consolato statunitense di Bengasi e dell’assassinio dell’ambasciatore Christopher Stevens.

Secondo il Libya Herald, Ben Qumu è stato oggetto di un agguato nei pressi della città di Derna, nella regione orientale della Cirenaica della quale è originario e dove opera Ansar al Sharia. Secondo fonti dell’agenzia di stampa statunitense Associated Press, Ben Qumu è ricoverato in un’unità di cura intensiva di un ospedale locale.

fonte >>> misna.org/altro/agguato-al-comandante-di-una-milizia-nellest-15-04-2013-813.html


Tunisie:Amina per ora! è ancora viva

16 aprile, 2013

“Sono stata sequestrata da alcuni parenti, ma continuerò la protesta”. E’ quanto detto da Amina Tyler, la ragazza tunisina che, dopo per avere pubblicato alcune sue foto in topless per difendere la libertà delle donne nel suo Paese, è stata oggetto di violente critiche e minacce. L’attivista delle Femen ha inoltre raccontato di “essere stata sottoposta ad un lavaggio del cervello, anche da parte di un imam, per impedirle di ripetere il suo gesto”.

In un’intervista rilasciata via Skype al sito Femen.org, Amina ha raccontato di essere stata rapita nei giorni successivi alla sua protesta su Facebook, mentre si trovava con alcuni amici, da alcuni parenti (uno zio ed un cugino) che l’hanno caricata a forza su una autovettura e, dopo averle preso il telefono cellulare e spezzato la carta Sim, l’hanno portata nell’abitazione di una zia. Qui, ha detto, sono stata picchiata e ho incontrato trecento persone che hanno cercato di convincermi che avevo sbagliato e che dovevo leggere il Corano. Poi, ha aggiunto, mi portavano tutti i giorni da un imam che mi parlava della religione.

fonte >>>> tgcom24.mediaset.it/mondo/articoli/articolo1090767.shtml


Morocco il Makhzen ha abolito la primavera

15 aprile, 2013

“Non c’è differenza tra un cittadino colto e un cittadino analfabeta,” dice. “Ma c’è una differenza tra un cittadino consapevole e un cittadino ignaro”

Cosa succede in morocco? Niente va tutto bene!!! forse….

MA nessuno parla hanno tutti paura, il regime del re [Makhzen] tiene tutto sotto stretto controllo e riesce (per ora) a maganellare o a intimorire o ad arrestare o a far sparire tutti i dissidenti più ciarlieri e sfrontati che osano sfidare la sua completa egemonia sul paese. Sono state varate profonde riforme di FACCIATA che in realta non hanno cambiato nulla

Il marocco è come una enorme pentola sul fuoco dove il re tiene schiacciato il coperchio ma per quanto tempo riuscira a tenere fermo il coperchio nessuno lo sa

fonte >>>> csmonitor.com/World/Africa/2013/0414/In-Morocco-activists-struggle-to-keep-protest-fervor-alive