La Tana dell'Orso

La Tana dell'Orso
Cose Sparse ma anche Foto per l’anima e Waypoint per G.P.S.

Sudan

30 marzo, 2013

Sudan


Jugurtha’s Table (Ain Senan, Tunisia)

5 marzo, 2013

é un grande tavolato roccioso molto alto circondato da falesie a da antiche leggende del periodo romano-cartaginese

Adventure Travel - The Sojourner: Jugurtha’s Table For Two (Ain Senan, Tunisia)

Adventure Travel - The Sojourner: Jugurtha’s Table For Two (Ain Senan, Tunisia)

Adventure Travel - The Sojourner: Jugurtha’s Table For Two (Ain Senan, Tunisia)

Adventure Travel – The Sojourner: Jugurtha’s Table For Two (Ain Senan, Tunisia).

tunisia_road jugurtha


Dougga – Tunisia

5 marzo, 2013

Dougga o Thugga ( berbero : Dugga, Tugga, arabo : دقة ) è un antico romano città nel nord della Tunisia , incluso in un sito archeologico di 65 ettari.Dougga theatre

UNESCO qualificato Dougga come Patrimonio dell’Umanità nel 1997, nella convinzione che esso rappresenta “il meglio conservata città romana piccola in Nord Africa”. Il sito, che si trova nel mezzo della campagna, è stato protetto dalla propagazione di urbanizzazione moderna, al contrario, ad esempio, di Cartagine , che è stata saccheggiata e ricostruita in numerose occasioni.

Thugga dimensioni, i suoi monumenti ben conservati e il suo ricco numidi – berbera , punica , romana e bizantina storia lo rendono eccezionale. Tra i monumenti più famosi del sito sono un punico-libico mausoleo , la capitale, il teatro, ei templi di Saturno e di Giunone Caelestis .

viaDougga – Wikipedia, the free encyclopedia.


IL museo di Tatauine

3 marzo, 2013

IL museo di tatauine è molto bellissimo. Non è grandissimo ma molto ma molto ricco di tantissimi reperti molto pregiati. Noi lo abbiamo visitato e le persone che lo curano sono molto cordiali e preparate ti spiegano tutto in modo molto semplice ma molto approfondito è una visita che consiglio anche alle famiglie perche ai bambini piace moltissimo conoscere le storie dei dinosauri

museo-di-tataouinecliccare per ingrandire


Capodanno in Africa

15 gennaio, 2013

Mi direte che sono monotono ma per festeggiare il nuovo anno siamo andati a fare un giretto in Marocco con una coppia di nuovi amici conoscuti tramite un forum di malati del sabbione
e…..
finche’ il gps ha funzionato ci siamo divertiti alla grande. Abbiamo visto posti nuovi e spettacolari, alcuni non li avremmo neanche visti se non sbagliavo pista. Perdersi in marocco è molto facile, le tracce in terra sono innumerevoli e si intersecano spesso quindi bisogna tenere sempre alta l’attenzione.
Ci siamo fatti amici anche due ragazzi locali proprio in mezzo al sabbione alle propaggini del lago salato iriki, e’ stata un’esperienza nuova su piste di ogni tipo, mai fatte prima e con un freddo boia. Di giorno la temperatura era buona e abbastanza alta ma appena il sole scendeva arrivava un gran freddo. Una mattina ci siamo trovati i finestrini bloccati dalla nostra stessa condensa che si era gelata bloccando i vetri. Comunque dormendo in macchina con i sacchi a pelo pesanti e il riscaldamento del webasto della gigia si stava benone il problema era alla mattina quando dovevi uscire.


Auin Ouadet Tunisia a pasqua

14 aprile, 2012

Abbiamo fatto una bella vacanza spensierata con un gruppo di nuovi amici conosciuti su un forum di malati del sabbione come noi. Dopo lo sbarco a Tunisi e una sosta tecnica ad Hammamet (con piscina termale) siamo andati a visitare un bellissimo anfiteatro romano che si chiama El Jem,auin ouadet

fa una strana impressione pagare il biglietto per visitare un monumento che hanno costruito i tuoi antenati in terra straniera . I romani erano come gli americani di oggi esportavano la pax romana come gli americani esportano la democrazia, chissa se faranno la stessa fine . Il giro continua con direzione Tatauine la cui zona è molto ricca di fossili e c’è un piccolo museo molto ricco di reperti fossili con pezzi di dinosauri, per il divertimento di grandi e piccini. auin ouadetIn zona si puo fare anche un lungo giro in off-road a visitare antichi granai fortificati chiamati ksar che sono l’equivalente del nostro antico sistema contadino dei riccetti piemontesi e lombardi, fortificazioni create dai contadini per proteggere i raccolti dalle razzie. Lungo questo giro si possono vedere anche delle pitture rupestri millenarie, consiglio di prendere una guida chiedendo presso al museo, cosi da non perdere nessuna di queste antiche meraviglie. Da Tatauine andiamo a Chenini un bellissimo villaggio che fa parte delle oasi di montagna patrimonio dell’unesco, il villaggio è stato appena ricostruito rispettando il suo antico aspetto molto molto caratteristico essendo la parte vecchia arroccata sul cocuzzolo di un aspro rilievo roccioso che domina tutta la valle. auin ouadet

Qui vicino c’è un santuario dove riposano le spoglie di sette personaggi illustri e molto saggi, cristiani erranti convertitisi all’islam, di cui uno sembra essere un cane; una strana anomalia perche il cane e’ un animale impuro per la fede islamica e cosa ancora piu’ interessante vi è la tomba di una donna santa. Qui comincia una lunga polemica innescata dalle donne del gruppo coalizzatesi contro il nostro cicerone tunisino e contro i maschietti del gruppo, esse asserivano che tutte le donne sono sante e noi (maschietti) avremmo dovuto erigere monumenti ovunque per ogni donna; BHA!! noi maschietti invece dicevano l’esatto opposto. Nel cortile del santuario ci sono anche le tombe di sette giganti. Non sono giganti veri anche se la dimensione delle tombe lo farebbe supporre, infatti le tombe sono cosi grandi perche’ ospitano ognuna una famiglia nobile intera e le leggende col passare dei secoli hanno fatto nascere la credenza che vi fossero sepolti dei giganti. Il santuario si chiama dei sette grandi e dei sette giganti ed ha sette cupole bianche. La prossima tappa è l’oasi in mezzo al sabbione di Ksar ghilane con la sua caratteristica pozza di acqua termale molto calda. auin ouadet

La storia di questa oasi è molto antica, perche’ nelle vicinanze c’è un fortino in pietra di origini romane ma la piscinetta termale è nata dalle ricerche petrolifere che non sono andate a buon fine, perche trovarono solo una faglia in pressione di acqua fossile calda che ora alimenta la piscinetta per il piacere dei turisti. Adesso andiamo alla ricerca di antichi pozzi in mezzo al sabbione, antiche zone di sosta per le carovane che attraversavano il sahara, che oggi sono state rimodernate per abbeverare le greggi dei pastori nomadi della zona che qui fanno pascolare capre pecore e cammelli.

Tranne uno che era abbandonato da molto tempo auin ouadetforse perche secco gli altri sono forniti di pannelli solari o torri eoliche per il pompaggio del prezioso liquido in grossi serbatoi di cemento, la poesia dei luoghi ne risulta un po danneggiata ma stare in mezzo al sabbione e fantasticare su come fosse stato nel passato e’ comunque molto bello per un malato d’africa come l’orso. Eppoi lungo il cammino le carovane di cammelli si vedono comunque e con un po di fantasia…..auin ouadet

Da adesso comincia la parte impegnativa del giro con le dunette e i cordoni da scavalcare. Finora abbiamo scherzato ora si fa sul serio, anche se alla sera appena ci fermiamo per fare campo si scatena l’Happy hours alla milanese, sembra di stare sui navigli, non nel pieno del deserto. Si aprono i frigo e i tavoli si ricoprono di ogni ben di dio, salatini affettati stuzzichini e formaggi di ogni genere e regione aperitivi e softdrink di ogni tipo, scoppia d’improvviso la festa e i balli hehehe. L’orso per sua natura non e’ abituato a queste cose ma si adegua e tira fuori le sue caramelle gommose e si mette a far festa come puo’ pure lui hihihi.

auin ouadet La direzione e’ il monte di tembain e poi dopo un bel po di cordoni l’oasi di auin ouadet. I panorami si aprono e il deserto selvaggio ci circonda con la sua stupenda forza e desolazione e l’orso si ricarica lo spirito.
auin ouadet
I passaggi si fanno piu tecnici, ora si scende spesso dalle auto ed a piedi si cercano le traiettorie migliori, i buchi, i catini, i passaggi laterali, gli sdunamenti di prepotenza e le discese ardite riempiranno le nostre giornate. La gigia si rivela una macchina un po piu impegnativa nella guida cosi tecnica ma alla fine grazie anche al frequente aiuto dei nuovi amici molto piu esperti di noi, anche lei ha mostrato il suo carattere di 4×4 dura e pura. Ma alla sera al campo si fa festaaaaaaaaaaa e quando arriva il buio accendiamo il fuoco e tutti intorno raccontano una storia (di viaggio) . auin ouadetL’oasi di auin ouadet è molto bella e appare all’improvviso in mezzo al deserto come una perla verde. La sua storia è simile a quella di ksar ghilane infatti è nata dalle ricerche petrolifere. Gli impianti di trivellazione giunsero qui in mezzo al nulla con gli elicotteri e trovando solo acqua termale calda sparirono senza lasciare ne traccia ne strada. Col tempo i pastori tuareg di cammelli della zona riuscirono per caso a riscoprirla e diffusero la notizia di questa nuova oasi e comincio la gara a trovare un passaggio via terra (sabbia) per raggiungerla, ora è abbastanza famosa perche il turismo in 4×4 ormai l’ha trasformata in una meta obligata della tunisia sahariana.

In questo viaggio ho potuto verificare che due proverbi antichi sono veramente ancora validi.

Un amico vero si vede nel momento del bisogno

Un amico vale piu di tutto l’oro del mondo

Infatti la gigia sul ritorno ha avuto uno stupido problema di avviamento che se fosse successo nella civilta avrebbe creato solo un po di disagio, ma essendo capitato in mezzo al sabbione le prospettive sono cambiate radicalmente.

E’ solo grazie ai nostri nuovi AMICI

che siamo riusciti a riportare la gigia tutta intera e interga e con una modica spesa a casa

Grazie di cuore ancora dunque ai ragazzi che ci hanno aiutato e stroppato ripetutamente nel sabbione

Sia materialmente che psicologicamente

Ciao e……… alla prossima

tutte le foto

foto in 3d

foto navigabile con il mouse

foto panoramica

video sintesi di tutto il viaggio

Marocco offroad agosto 2011

6 marzo, 2012

Questi due simpatici ed intrepidi genovesi ci hanno accompagnato per un po lungo i sentieri del Marocco nell’agosto del 2011

e qui sotto c’è un filmato con il sunto di tutto il loro giro e la nostra mitica Gigia bianca si intravede durante l’attraversamento di una حمادة hammāda intorno al minuto due e al minuto 3:50



Giro del Marocco in OFF in Solitaria e Autonomia completa

29 agosto, 2011

Quest’anno avevo sentito dire che in Marocco ci sono dei castelli e dei forti molto belli da visitare,

Marocco 2011 (cliccare per ingrandire le foto)

quindi essendone appassionato,abbiamo preparato la gigia per un giretto di sopralluogo. Era previsto anche un po di sabbione così ci siamo caricati anche 4 piastre da sabbia e non le solite due come nei giri in gruppo. IL giro passava anche dalla zona del Rif con degli sterratoni e delle piste di montagna con dei bei strapiombetti quindi ho caricato anche verricello carrucole taglie und stropp varie, sicuro di trovare sempre un albero a cui attaccarmi in caso di bisogno hehehe, il rif e’ coperto di vegetazione. Le piastre sono state molto utili il verricello per fortuna no. Nel Marocco ci sono anche molti fiumi effimeri e non, cosi alla gigia ho messo gli snorkel, con dei prefiltri utili anche per aspirare meno polvere nei tratti sabbiosi. La dotazione si conclude con una grossa tavola di legno a mo di letto a due piazze montata dentro la vettura che prendeva tutto il posto tra il bagagliaio e i sedili ant , naturalmente i sedili post sono stati asportati completamente gigia al campo

(cliccare x ingrandire la miniatura)

Non avendo ancora esperienza diretta delle necessita che durante questo viaggio avremmo incontrato ci siamo dotati anche di una notevole riserva di acqua carburante e crostini, 100 litri di acqua e 120 litri di gasolio che si aggiungono ai 96 del serbatoio originale della gigiona piu dieci pacchi di crostini assortiti. Col senno di poi considerando il periodo del ramadam con tutti i negozi chiusi, e con una piu oculata gestione dei rifornimenti solo ora con le conoscenze dirette acquisite sul campo posso affermare che i crostini che abbiamo portato erano appena appena sufficienti visto che razionandoli ne è avanzato un solo pacco. Di gasolio sarebbero bastate due taniche da 20 per avere un po meno patemi e un minimo di riserva, tre sarebbe stato il numero perfetto ma ripensandoci con il gasolio che in loco costava 70 centesimi e riportandole indietro tutte belle piene ne avrei voluto avere altre 10 per fare piu’ scorta da portare a casa per l’inverno, invece di acqua ne sarebbe servita di piu anche se in loco la reperibilita è discreta avremmo magari fatto qualche doccia in piu invece di usarla solo ed esclusivamente per minimi scopi igienici ed alimentari. Anche le caramelle gommose sono finite presto, anche con un ferreo razionamento 2 kg non bastano perche i bimbi berberi e l’orso autista ne sono particolarmente ghiotti!!


cartina

Passiamo al viaggio che è stato in totale di circa 7600 km contando anche il lungo trasferimento fino all’imbarco ad Algeciras per Ceuta . Sfruttando internet per raccogliere informazioni Anna ha scovato una compagnia e una agenzia che fa prezzi veramente molto piu bassi degli altri e in piu ci hanno regalato un dolce al cioccolato e una bottiglia di ottimo sidro oltre a permetterci di non fissare una data per il rientro e di lasciare il giorno libero. Lo trovate a Palmones poco prima di Algeciras vicino al Carrefour e si chiama Gutierrez, cosa molto utile per noi che non sapevamo di preciso quando e… se mai saremmo ritornati da tale avventura in solitaria.

Una volta sbarcati proseguiamo verso Tetouan per poi seguire la costa su strada sterrata (perche l’asfalto e’ in rifacimento) fino a Oued Laou dove ci siamo fermati all’unico campeggio orribilis che c’e’ li. I paesaggi costieri sono molto belli sembra quasi di stare sulla costa ligure. Poi siamo scesi verso Bab-taza , Ketama , Taounate , Aknoul . Tutto o quasi su sterrati di montagna dove solo le capre potevano arrampicarsi su sentieri molto angusti con dei passaggi molto scenografici e a volte un po vertiginosi, ci siamo spinti li dove solo la super gigia 4×4 poteva osare hehehe.Marocco 2011

Tornati alla civilta e sfuggiti letteralmente ai numerosi venditori di fumo ci siamo lanciati verso lo Jebel Tazzeka dove abbiamo visitato una enorme grotta verticale con bucone sul soffitto molto scenografica.

Finita la visita geologica ci siamo diretti su Guercif via asfalto e poi verso la bellissima pista sull’altopiano fra Debdou e Anoual. Dove l’erosione ci ha fatto divertire un bel po a cercare la giusta via fra passaggi molto scoscesi ed erosi dai uadi effimeri.

Una mattina sul presto al campo abbiamo ricevuto anche una delegazione di locali che ci sono venuti a salutare, erano molto teneri. IL gruppo era formato da tre pastori e tre bambini che hanno provato a comunicare con noi ma parlavano solo arabo purtroppo. I Bimbi si sono beccati tre brioches gli adulti non hanno voluto nulla neanche il caffe che stava gia sul fuoco, facendoci capire che per loro vigeva il ramadam al contrario dei bimbi.

Dopo questa parentesi ci siamo incamminati verso le dunone di Merzouga e l’erg Chebbi passando da Erfoud. Fra Taouz e Zagora si ricomincia a fare sul serio e il panorama diventa davvero desertico. Ma non e’ il solito deserto di sabbia e’ piuttosto una pietraia infinita condita da lunghi tratti di tolee. Lungo i vari percorsi incontriamo molti bambini berberi tutti molto educati e teneroni cosi esauriamo la scorta di giocattolini che ci eravamo portati da casa proprio per loro, quindi decidiamo che al prossimo villaggio un po piu grande andremo al mercato e compreremo in qualche bancarella un bel po di vestitini da regalare.

Sulla porta di merzouga ci ferma un locale per due chiacchiere e per i soliti messaggi commerciali (ormai il marocco e’ come canale 5 fra un panorama e l’altro c’e’ la pubblicita di qualcuno che vuole vendere qualcosa o portarti nell’albergo di qualche amico o fratello presunto) pero’ stavolta chiaccherando del piu e del meno ci avverte che ci sono due motociclisti, a dir suo genovesi come noi; che stanno aspettando all’ombra in un parcheggio piu avanti che passi un 4×4 per fare colonna e cominciare l’avvicinamento al sabbione.

Un po increduli ci avviamo al punto indicato e chetti incontriamo Due GENOVESI in vacanza nel SaBBione ma allora il mondo e’ piccolo davvero. Dopo i convenevoli di rito e appurato che gli intenti sono di fare il medesimo tratto di pista ci avviamo baldanzosi nei primi tratti di sabbione resi molto infidi dal caldo torrido di agosto. Devo dire che nonostante fosse la loro prima volta nella sabbia e che le moto fossero stracariche se la sono cavata alla grandissima, abbiamo condiviso anche un campo serale in mezzo al nulla. Al giorno dopo io buco di nuovo (con questa è la seconda foratura in africa ma è la terza del mese) e dopo aver sistemato la gomma ci fermiamo a mangiare mentre i baldi giovini (piu vigorosi di noi vecchietti) decidono di proseguire cosi la colonna di sfalda.

Quella delle forature sara un piccolo intermezzo che ci accompagnera per tutto il viaggio e se non avessi avuto il kit di riparazione e due gomme di scorta ci sarebbe stato da ridere. Alla fine del giro le forature saranno 4 tre sulla post sx e una sulla post dx. Piu che i sassi acuminati colpevoli per due forature ci sono state due viti parker prese su asfalto in momenti e tempi diversi.

Di solito al giorno faceva un caldo torrido ma con l’aria condizionata i 40 gradi si sopportavano bene. Quello che non avevo previsto e’ che di notte facesse comunque un caldo torrido tanto da toglierci il sonno. Ero abituato che di notte la temperatura nel deserto calasse almeno a 25 gradi ma ha sempre fatto almeno 35 gradi, costringendoci a tenere i finestrini della nostra gigialetto aperti. Il risultato e stato una torma di mini moscini che ci ha letteralmente mangiati vivi anche se cosparsi di autan eravamo pieni di fastidiosi e pruriginosi bubboni.

Comunque le esperienze i panorami gli incontri con la gente del deserto da qui a Tan-Tan ci hanno ripagato ampiamente delle minime sofferenze patite donandoci un arricchimento dell’anima che niente potrebbe eguagliare. Come quando dal nulla ci è apparsa l’oasi sacra dove ci siamo concessi una ricca doccia e due bibite quasi fresche che dopo la sudataccia dell’insabbiatura del mattino ci sono sembrate un enorme premio. Per non parlare dei tanti ksar incontrati lungo le strade o gli scorci dei villaggi costruiti sulla falesia con i mattoni crudi che possono rivaleggiare come bellezza con le nostre citta murate medioevali oppure i tanti fortini diroccati della ex legione tutti molto affascinanti quanto decadenti o delle verdissime palmeraie dove ogni centimetro anzi ogni millimetro di terra e’ sfruttato per coltivazioni e nel cui dedalo di sentierini pedestri una volta noi ci siamo pure persi. IL viaggio vale cento volte ogni goccia di sudore speso. Poi dopo Tan Tan lungo la costa le temperature crollano, e’ l’effetto mitigante dell’oceano; di giorno al massimo 25 gradi e la sera molto meno tanto da farci usare i sacchi a pelo per difenderci dal fresco della notte e la felpa la mattina.

IL viaggio continua ancora un po su sterrati finche possiamo seguire la costa e la vista dell’oceano. I panorami cambiano un po ma vedere i dunoni che degradano fino all’acqua ha comunque un bell’effetto come le tantissime baracchette riparo dei pescatori molto caratteristiche nella loro semplicita. Ad un certo punto verso Sidi-ifni gli sterrati finiscono i giorni di ferie pure e quindi ci mettiamo in caccia dell’autostrada e torniamo indietro con un po di magone perche il viaggio ormai e’ finito. Ma torniamo felici perche i sorrisi dei bambini e della gente come anche i paesaggi sconfinati del nulla ci hanno riempito il cuore l’anima e la mente.

Per un po’ con i ricordi potremo resistere lontano dall’africa, ma chissa per quanto potremmo resistere ancora…..


Deserto d’Algeria Tassili in 4×4

10 novembre, 2010

…Questo è stato un viaggio ancestrale dentro le origini del nostro mondo

siamo andati alla ricerca delle nostre origini di uomini

alla ricerca di conoscenze perdute nei meandri dei ricordi e dei tempi che furono

Siamo andati alla ricerca dei nostri antenati di 20.000 anni fa

Nel deserto tutto è cominciato e tutto è finito

IL deserto ricorda tutto quello che siamo e quello che eravamo

Per questo “viaggiare” nel deserto è viaggiare dentro la nostra anima

Nel Tassili Algerino abbiamo cercato la nostra anima ancestrale perduta

Abbiamo cercato le antiche tracce dei graffiti preistorici lasciate dagli uomini antichi di antiche civilta oramai estinte

Abbiamo cercato le origini della vera e semplice ma genuina vita

Abbiamo cercato tutte le origini

Abbiamo cercato noi stessi

Abbiamo cercato di ritrovare l’essenza vera della nostra anima di origine primordiale

Solo nel deserto la puoi ritrovare

E noi l’abbiamo trovata

Abbiamo visto con i nostri occhi e toccato con le nostre mani il monolite perfettamente squadrato

che recava le tracce di antichi passaggi

Abbiamo trovato valli nascoste e protette da altissime mura di roccia come possenti bastioni a difesa di antichi ricordi

se vuoi ingrandire una foto cliccala

Abbiamo trovato sorgenti celate ai piu conoscute solo ai nobili popoli del deserto

Abbiamo letto le antiche lettere e le scritture in linguaggio che solo i popoli nomadi conoscono

antichi avvisi e rassicurazioni sulla bonta delle fonti

Abbiamo trovato i segni lasciati dalle nostre origini

Abbiamo trovato enormi e stupende architetture che la natura è riuscita a creare solo con il vento

vere e proprie cattedrali con archi pinnacoli colonne maestose e intricati arabeschi

Abbiamo valicato delle dune come montagne altissime e ripide come dolomiti

che ti fanno sentire piccolissimo

Ma solo nel niente puoi trovare tutto

e………..

ABBIAMO TROVATO LA NOSTRA ANIMA

eppoi l’abbiamo persa




Giro del Marocco in moto

7 agosto, 2007

Solo dei matti potevano scegliere agosto per viaggiare in Africa, comunque a parte il caldo atroce delle zone del sud (anche fino a 52°) sono stati 6500 km di panorami stupendi.



Quello che colpisce di piu’ e’ il contrasto fra il color rosso ocra intenso della terra e delle montagne con l’azzurro acceso del cielo, eggia’ in africa non c’e’ solo il deserto ma in Marocco ci sono le montagne e anche alte, e tranne la parte finale del viaggio abbiamo sempre viaggiato intorno ai 1000 mt di altitudine, facendo anche alcuni passi molto alti anche oltre i 2000 mt.

Le strade sono in discrete condizioni ovunque, tranne alcuni rari casi. Una volta e’ capitato di trovare la strada insabbiata con lingue portate dal vento alte anche 1 metro e degradanti fino a tre quarti della carreggiata (ma solo al sud). Un’altra volta siamo finiti su un tratto molto deformato, il cedimento del fondo era stato causato dal forte caldo e dal traffico intenso di camion.

Solo nel primo tratto, attraversando i paesini di montagna, abbiamo trovato una strada talmente dissestata da far rimpiangere una pista (ma solo dentro i paesi), appena usciti dai paesi l’asfalto tornava ad essere accettabile.

Il tracciato e’ invitante per un motociclista, infatti ci sono una gran moltitudine di curve di tutti i tipi compresi i tornanti, eppoi salite e discese anche ripide sembrano un po’ le dolomiti; ma e’ buffo: mentre stai percorrendo una liscia strada tutta curvosa stile passo appenninico all’improvviso entrando in un paese trovi delle buche, dei solchi delle depressioni dell’asfalto e dei gradini talmente pronunciati da mettere in crisi le sospensioni di un 4×4.

Comunque con un po’ di attenzione e circospezione e’ tutto facilmente superabile o aggirabile con una qualsiasi moto turistica anche di grossa cilindrata e peso, meglio se enduro.giraffa (per ingrandire cliccare)

Abbiamo scoperto che sui passi come in Italia avvengono dei raduni, che da noi sono fatti dai motociclisti o dalle auto d’epoca ma in Marocco si fanno con i muli!!

E’ stato molto suggestivo vedere un piazzale riempito di muli di tutti i colori e taglie ma…tantissimi, con i loro padroni riuniti in gruppetti a chiaccherare esattamente come ad un raduno nostrano con le salcicce che cuociono sulla brace.

Ci sono scorci che ti riempiono il cuore e ti sconvolgono l’anima, succede all’improvviso dietro una curva o in cima ad una ripida salita capita che vedi esplodere un lago. Barrage du zizSi ma un lago di un blu mai visto che fa contrasto con la montagna ocra e ancora contro un cielo terso azzurro e profondissimo.

A volte il cielo sembra entrarti dentro e quando chiudi gli occhi lo rivivi e lo senti invaderti lo spirito e il corpo in una tempesta di emozioni indimenticabili.

Ma anche la gente semplice delle montagne e’ unica con il colore della pelle che li fa mimetizzare con il rosso cupo della montagna che a tratti sembra la visione di un canion Americano.

Molte volte ti chiedi se non hai sbagliato strada perche’ sembra proprio di essere in Texas o nella meseta messicana con profondi canion e montagne in stile farwest, e’ tutto incredibile, bisogna esserci per capire quello che si prova.

Anche il cielo di notte è stellato in un modo stupefacente, grandioso ed enorme altissimo ma vicino, vedi milioni di stelle in modo molto definito, cosi TANTO che ti illudi di poter toccare la via lattea con le mani.gole del todra

EPPOI le gole del Todra o le cascate di Ouzud sono di una bellezza selvaggia, sono talmente belle che ti si strappa l’anima quando devi andar via perche’ vorresti rimanere lì a guardarle ancora 5 minuti eppoi ancora 5 e ancora.

Nella parte finale del giro le strade sono un po’ piu’ noiose tutte dritte ma gli Ksar che appaiono ogni tanto all’improvviso ti fanno trasalire.

Gli Ksar sono una specie di piccolo castello fortificato costruito con la terra mista alla paglia ma con delle decorazioni geometriche sulle pareti molto caratteristiche, da non perdere quello di Ait-Ben-Haddou.ait-ben-haddou. Una piccola delusione c’e’ stata, verso la fine del giro ad anello avremmo dovuto trovare 30 km di pista in terra battuta, da percorrere in mezzo al deserto per raggiungere l’oasi di Merzouga, ma ahime’ i marocchini l’avevano asfaltata.

Meglio per i turisti, peggio per i fuoristradisti come noi.

E vabbe’ pazienza ci siamo rifatti con la vista della stupenda ed enorme duna a tre culmini che c’e’ presso l’oasi.

Una duna di un colore rosa pallido che spicca tantissimo con il contrasto del giallo intenso del deserto sottostante, talmente alta e grande da sembrare una montagna.dune

Per finire una piccola nota di colore.

E’ capitato sovente che i locali guardandomi in volto si divertissero a chiamarmi Ali’ Baba, si gia’ molto esilarante ed e’ successo spesso durante il viaggio anche in paesi fra loro molto lontani quando c’era il commiato venivo salutato con un: “ciao ali’ baba”.

Cosi visto che se sbagli la scelta dei cibi o bevi l’acqua dei rubinetti parte subito un cagotto fulminante per due giorni, abbiamo deciso di rinominare la combriccola viaggiante in

“Ali’ Baba e i 40 cagoni”

hehehe

Ci sarebbero altri 100 aneddoti o scorci paesaggistici da raccontarvi come le scimmie del bosco dei cedri o i cammelli bradi ma… come e’ nel mio stile ho gia scritto anche troppo guardatevi le foto e accontentatevi.

Queste sono le localita’ toccate in 18 giorni e 6500 km su e giu per il Rif e il medio Atlas

Aix En Provence

Valencia

Malaga

Ceuta

Chefchaouen

ketama

Fes

Azrou (grande cedro)

Lago di Ziz

Merzouga

Erg Chebbi (grande duna)

Gole del Todra

Lago di Ouarzazate

Ait-Ben-Haddou

Passo Tizi-N-Tichka

Marrakech

Cascate Ouzud

Chefchauoen

Baza

Barcellona

Aix En Provence

carta (cliccare per ingrandire)

IL giro è finito.. e cosa ci e’ rimasto

una grande tristezza

forse solo un pensiero un sentimento un ricordo

ma ora una visione felice mi torna in mente

Le moto danzano leggere sulle curve. IL vento caldo fischia dentro il casco.

IL rombo del motore squarcia il silenzio

peccato che sia gia finito

Grazie ragazzi siete stati dei compagni stupendi grazie.

cio cio e alla prossima

P.S.

Lo Ziorso e’ socio del motoclub 100%

il cui motto è

Se sei incerto tieni tutto aperto

doppio lamp a tutti


vai giu

Clicca qui tutte le foto


Altre Foto un po speciali

File garmin da scaricare della rotta e dei waypoint di tutto il giro compreso albergi e soste(solo per gps GARMIN)

Foto rotante da scaricare in formato exe Merzouga (1,47 MB)

Foto rotante da scaricare in formato exe Lago du Ziz (1,00 MB)

Foto rotante da scaricare in formato exe panorama di Fes (0,7 MB)

Foto rotante da scaricare in formato exe Ait-ben-haddou (1,2 MB)

Foto rotante da scaricare in formato exe dune presso Merzouga (0,6 MB)


Filmati

Gole del Todra in moto 1

Gole del Todra in moto 2

Madrassa a Fes

Conceria di Fes

Interni di una casa a Fes

Marrakech di notte

Barrage du Ziz


Tunisia in moto fino in fondo al deserto

30 ottobre, 2006

Un Orso in africa a cavallo di una giraffa (ktm 640 adv)

Alla fine siamo riusciti anche a tornare, nonostante tutto. Al ritorno abbiamo beccato un forte vento a raffiche con pioggia e un freddo caino tutto fra Civitavecchia e Genova. La nostra mitica giraffa ci ha riportato a casa alle tre di ieri notte.
La vacanza è stata più dura del previsto, non me lo ero immaginato quanto potesse essere dura. Sono caduto decine di volte e tre o quattro volte in modo rovinoso. Bisognava guidare sempre a velocità sostenuta, perche andare piano significava cadere pesantemente

La sera arrivavo spossato fisicamente e mentalmente
la guida nella sabbia richiede un enorme e continuato sforzo fisico e mentale.
Tutto questo a causa della velocità sempre molto alta
e alla necessità di scegliere con molta rapidità il canalone sabbioso da
aggredire.

Tutto scorre in rapida successione per ore e ore senza tregua sotto una cappa di 40°
Sbagliare canalone significa finire nella morsa del fesh fesh
nel migliore dei casi ti insabbi e devi spendere ulteriori energie per
sollevare la moto di peso e ricominciare, invece
se prendi un canalone non perfettamentente rettilineo lo sterzo ti si impunta e tu vieni
catapultato in avanti con la moto che rimane piantata con la ruota ant sprofondata
nella sabbia.

Allora provi a ricominciare, sei tutto dolorante,
con le braccia che diventano sempre piu pesanti, le gambe che non riescono piu ad
assorbire i sobbalzi. IL manubrio ti strattona mentre la ruota posteriore sbandiera
a destra e sinistra come impazzita.

Tu vorresti chiudere il gas ma invece devi fare violenza su te stesso
e dare sempre piu gas a piccoli morbidi ma decisi colpetti
e più la moto si imbizzarisce più devi accelerare, ora le dune si susseguono una dietro l’altra in modo spasmodico, tu chiedi pieta e pensi adesso BASTA ma…
chiudere il gas significa cadere e cadere a 70 80 km-ora sulla sabbia a volte e’ liberatorio ma a volte
molto molto doloroso (specie se rimani intrappolato sotto la moto!)
Verso mezzogiorno il sole a picco elimina ogni ombra e tu non riesci piu a vedere le differenze della sabbia
non capisci piu niente non vedi i canali non vedi le dune a scalino non vedi le ripide discese
Allora sopraggiunge il panico e la guida alla cieca è la più rovinosa per le ossa e per la psiche.
Ho picchiato piu volte lo sterno contro il manubrio per non aver riconosciuto un gradone di sabbia.
IL sole a picco spiana tutto vedi tutto piatto tutto sembra uguale non percepisci più le salite e le discese le creste e i canali.
Arriva il panico quello vero quello che ti attanaglia le viscere.
Allora preghi. Preghi qualunque dio cristiano induista islamico sumero ittita. Preghi di non aver sbagliato traccia. Preghi di non cadere
in una conca dove i tuoi compagni non potranno vederti. Preghi di non dover morire solo sotto quel sole implacabile. Preghi
che non finisca la benzina. Preghi che non finisca l’acqua nella camel back che hai sulla schiena.

Spossato cadi senza più forze
si spegne il motore e tutto si fa silenzio e il terrore ti pervade fin dentro l’anima.

Sei solo ci sei solo tu e… forse ti sei perso.

C’è troppo silenzio. Sali a piedi su una duna più alta cerchi di sentire un motore. All’improvviso la tua anima esplode
là lontano si vede fra le dune un bel nuvolone di polvere è il pickup delle guide. Allora sei vivo sei salvo hai solo esagerato con il gas nel tentativo di non cadere li hai solo distanziati di un’ ora ma adesso e’ finita loro stenderanno la stuoia e ti metterai
all’ombra della macchina per mangiare.

Per ora sei ancora vivo ma alle due del pomeriggio si ricomincia.
Si andrà avanti così per 10 giorni senza mollare MAI

NeL Deserto non ci sono cartelli

e i nomadi non hanno cartine

Le nostre due guide trovano la buona strada annusando l’aria.

Sentono l’odore dei fiori di Jasmine a km.

Essi si fanno beffe di noi e dei nostri GPS.

Dicono che la Giusta Pista e’ scritta solo dentro la loro testa e ridono.

A noi sembra tutto uguale,

loro ascoltano un suono

un profumo

guardano i bordi delle dune

e

decidono in un lampo:

“andiamo di QUA”.

E…. NON SBAGLIANO MAI Strada

la moto ha resistito in modo egregio

si e’ dimostrata

un vero cammello d’acciaio

digeriva di tutto ho solo

distrutto il cerchio della ruota ant per i colpi presi
sui massi a forte velocita 120km/h sulla tolee ondule

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filmato 1

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filmato 9

filmato 10

filmato 11

filmato 12

filmato 13

Comunque i paesaggi sono stupendi

e ti fanno superare tutto


Condizioni Fisiche:


IL primo giorno prima di cominciare la sabbia

nel distributore di benzina lavano il pavimento con abbondante sapone

e li cado in modo rovinoso e piego la leva della frizione

Ammacco il serbatoio

mi ammacco il mio fianco sx e la mano dx

Comincia la sabbia e a causa dell’ enorme sforzo per tenere fermo il manubrio

Perdo quasi l’uso della mano sx non ho piu la forza di chiudere il pollice, alla sera non riesco neanche ad aprire la cerniera dei pantaloni

poi ho capito che bisognava dare più gas e lo sforzo alle braccia e’ un poco diminuito

IL secondo giorno altra caduta quasi perdo l’uso del ginocchio sx

mi si forma un grosso livido che mi impedisce di stringere la moto con le gambe

IL terzo giorno altra caduta rimango sotto la moto e mi massacro il polpaccio dx

IL quarto giorno caduta sempre dalla stessa parte e sulla stessa gamba dx nello stesso punto di ieri provo un male cane ma risalgo.

In parte perdo l’uso della gamba dx che diventa tutta nera e gonfia

Adesso zoppico vistosamente. Ma quando salgo in moto e do di gas l’adrenalina fa scomparire il dolore. come mi fermo non riesco a tenere in piedi la moto dal lato dx

Alla fine guiderò con una mano sola e una sola gamba senza avere la possibilità

di stringere adeguatamente la moto con le ginocchia.

MA NON MOLLO Stringo i denti e continuo

Forse stringo troppo i denti e senza accorgemene al Sesto giorno mi si scheggia un molare.

Per girare in moto sulle dune occorre una intensa preparazione fisica specifica, che io ho cominciato a fare gia un anno prima di partire, ma nonostante tutta la preparazione,
l’impegno fisico e mentale si è dimostrato comunque estremamente gravoso.

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Sconsiglio a chiunque di intraprendere un viaggio simile se non si ha uno stato fisico piu che ottimo.

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Finire l’energie e cadere in una conca significa che i tuoi compagni proseguono senza vedere dove sei caduto

con le immaginabili tristi conseguenze


Ad ogni caffè ad ogni bar troverete sempre qualche autoctono che vi racconterà una storia, sempre diversa, di qualcuno scomparso in modo raccapricciante perchè aveva sottovalutato il deserto.

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IL deserto è quella cosa che ti strappa l’anima e la riduce a brandelli ma quando te la rende é 10 volte piu forte di prima


QUANDO SEI NELLA SABBIA PERDI IL SENSO della realtà e delle cose e….


L’urlo della gomma post

che sbrana la sabbia compatta e’ indescrivibile

I canti nomadi intorno al fuoco la sera ti ridanno il coraggio di continuare

IL cielo la notte è enorme è fitto fitto di stelle

é il cielo piu grande che si possa ammirare

Eppoi la sensazione di appartenenza a un forte gruppo solidale ti da la forza di dieci leoni

Spesso Ripensi a un grande che nella sabbia è morto inseguendo la sua passione

E l’adrenalina pompa alla grande

Meoni è sempre nei nostri Cuori e anche qui i locali lo ricordano con forte nostalgia

Meoni veniva qui spesso per allenarsi prima della Dakar

Le dune tunisine da molti a torto disprezzate

sono le piu dure variegate e tecniche di tutta l’Africa

Si narra nelle leggende che il giro che noi abbiamo fatto in 5 giorni

LUI lo facesse in meno di 2 ore

Nel deserto sei solo a combattere con te stesso

con la paura di morire e la voglia di smettere di tornare a casa

(e non puoi devi solo andare avanti)

Ma sai che un tuo compagno è un po’ più in la e sta pensano a te

E che lui stesso sa che tu penserai a lui

IL senso del gruppo fortemente unito e’ la tua forza.

La Tua vita dipende dai tuoi compagni

Tuttsto e’ l’erg del sud tunisino ma anche molto altro


Preparazione di un viaggio nel deserto in Moto

5 ottobre, 2006

Eee già !

Dopo tanto sospirare e due rinvii la carovana sta per partire.
Ho convinto e reso piu forte la Caprapulcetta,
ho cambiato le gomme
(ho messo le michelin desert),
ho montato il parasassi ai fanali anteriori, ho montato le staffe per reggere le borse, ho predisposto la sacca per i bagagli sul portapacchi posteriore, ho preparato tutti i ricambi di emergenza (leve freno e frizione, cavetti acceleratore, cuscinetti ruote, candela, raggi e nipli ruote, camere d’aria rinforzate di scorta, olio motore, filtro benzina, olio catena, falsa maglia e maglia catena di scorta, fil di ferro, nastro americano quello vero originale nashua, lampadine varie ecc. ecc.), abbiamo fatto i vaccini anti tifo-colera-epatite, eseguito una scrupolosa preparazione atletica per allenare il fisico alle fatiche africane, ho comprato il camel back (zainetto porta acqua con tubo), ho inserito alcuni cap waypoint essenziali nei due G.P.S. (uno è di scorta),ho studiato due guide della zona, di cui una dedicata espressamente alla navigazione nel deserto, ho ordinato le borse per il serbatoio (che non arriveranno in tempo…), ho aumentato il precarico dell’ammortizzatore posteriore della Giraffa.
La Pulce ha cucito una speciale giacca bianca da deserto tutta per me, con rinforzi in pelle e cerniere di areazione (bianca e con queste caratteristiche in commercio non ne abbiamo trovato). Qui fara freddo (a Genova 18° di giorno) ma là ci saranno 36° di giorno e 10° di notte uno sbalzo mica da ridere.

Dunque l’idea era di partire da Genova in moto carichi come i muli e arrivare a Civitavecchia. Li incontreremo i nostri compagni di avventura; che sono ragazzi conosciuti per telefono tramite una inserzione su di una rivista specializzata. Da Civitavecchia ci imbarcheremo per Tunisi e da li tutto asfalto fino all’oasi di Douz dove affiteremo un pickup che verra caricato di tutti i bagagli e della Pulce. Smonteremo tutto l’inutile dalle moto bagagli borse fanalini frecce staffe delle borse ecc. ecc. Quindi ora comincia la pista in terra battuta e le micidiali tole ondule spacca ossa. Arriveremo a Remada faremo scorta di ACQUA, benzina e viveri che dovranno durare per circa 8-10 giorni nel nulla piu assoluto. A Remada chiederemo anche i permessi militari per attraversare quelle zone del deserto che sono interdette perche zona militare. Ora la destinazione e’ girellare qua e la’ nella sabbia come bambini con secchiello e paletta fino ad arrivare alla base militar-petrolifera di Borj El Khadra, eppoi torniamo a casa.
Ritorneremo stanchi ma molto piu ricchi dentro, per aver fatto un viaggio non solo nella sabbia in condizioni estreme ma prima di tutto sara un giro dentro la nostra anima.
Aaa.. non saremo proprio nel nulla completo perche lì nel grande Erg del sud tunisino si possono incontrare asini e cammelli selvatici che ti chiedono un po di acqua perche stanno morendo di sete. Ma anche qualche gazzella sahariana e scorpioni albini eppoi serpenti saltatori (molto simpatici questi ultimi). Infatti tutte le mattine bisogna guardare bene dentro le scarpe prima di mettersele hehehehe. IL giretto dovrebbe durare 15 giorni in totale circa.

Se non rispondero ai vostri commenti per piu di un mese veniteci a cercare perchè ci siamo persi.