Un Orso in africa a cavallo di una giraffa (ktm 640 adv)
Alla fine siamo riusciti anche a tornare, nonostante tutto. Al ritorno abbiamo beccato un forte vento a raffiche con pioggia e un freddo caino tutto fra Civitavecchia e Genova. La nostra mitica giraffa ci ha riportato a casa alle tre di ieri notte.
La vacanza è stata più dura del previsto, non me lo ero immaginato quanto potesse essere dura. Sono caduto decine di volte e tre o quattro volte in modo rovinoso. Bisognava guidare sempre a velocità sostenuta, perche andare piano significava cadere pesantemente
La sera arrivavo spossato fisicamente e mentalmente
la guida nella sabbia richiede un enorme e continuato sforzo fisico e mentale.
Tutto questo a causa della velocità sempre molto alta
e alla necessità di scegliere con molta rapidità il canalone sabbioso da
aggredire.
Tutto scorre in rapida successione per ore e ore senza tregua sotto una cappa di 40°
Sbagliare canalone significa finire nella morsa del fesh fesh
nel migliore dei casi ti insabbi e devi spendere ulteriori energie per
sollevare la moto di peso e ricominciare, invece
se prendi un canalone non perfettamentente rettilineo lo sterzo ti si impunta e tu vieni
catapultato in avanti con la moto che rimane piantata con la ruota ant sprofondata
nella sabbia.
Allora provi a ricominciare, sei tutto dolorante,
con le braccia che diventano sempre piu pesanti, le gambe che non riescono piu ad
assorbire i sobbalzi. IL manubrio ti strattona mentre la ruota posteriore sbandiera
a destra e sinistra come impazzita.
Tu vorresti chiudere il gas ma invece devi fare violenza su te stesso
e dare sempre piu gas a piccoli morbidi ma decisi colpetti
e più la moto si imbizzarisce più devi accelerare, ora le dune si susseguono una dietro l’altra in modo spasmodico, tu chiedi pieta e pensi adesso BASTA ma…
chiudere il gas significa cadere e cadere a 70 80 km-ora sulla sabbia a volte e’ liberatorio ma a volte
molto molto doloroso (specie se rimani intrappolato sotto la moto!)
Verso mezzogiorno il sole a picco elimina ogni ombra e tu non riesci piu a vedere le differenze della sabbia
non capisci piu niente non vedi i canali non vedi le dune a scalino non vedi le ripide discese
Allora sopraggiunge il panico e la guida alla cieca è la più rovinosa per le ossa e per la psiche.
Ho picchiato piu volte lo sterno contro il manubrio per non aver riconosciuto un gradone di sabbia.
IL sole a picco spiana tutto vedi tutto piatto tutto sembra uguale non percepisci più le salite e le discese le creste e i canali.
Arriva il panico quello vero quello che ti attanaglia le viscere.
Allora preghi. Preghi qualunque dio cristiano induista islamico sumero ittita. Preghi di non aver sbagliato traccia. Preghi di non cadere
in una conca dove i tuoi compagni non potranno vederti. Preghi di non dover morire solo sotto quel sole implacabile. Preghi
che non finisca la benzina. Preghi che non finisca l’acqua nella camel back che hai sulla schiena.
Spossato cadi senza più forze
si spegne il motore e tutto si fa silenzio e il terrore ti pervade fin dentro l’anima.
Sei solo ci sei solo tu e… forse ti sei perso.
C’è troppo silenzio. Sali a piedi su una duna più alta cerchi di sentire un motore. All’improvviso la tua anima esplode
là lontano si vede fra le dune un bel nuvolone di polvere è il pickup delle guide. Allora sei vivo sei salvo hai solo esagerato con il gas nel tentativo di non cadere li hai solo distanziati di un’ ora ma adesso e’ finita loro stenderanno la stuoia e ti metterai
all’ombra della macchina per mangiare.
Per ora sei ancora vivo ma alle due del pomeriggio si ricomincia.
Si andrà avanti così per 10 giorni senza mollare MAI
NeL Deserto non ci sono cartelli
e i nomadi non hanno cartine
Le nostre due guide trovano la buona strada annusando l’aria.
Sentono l’odore dei fiori di Jasmine a km.
Essi si fanno beffe di noi e dei nostri GPS.
Dicono che la Giusta Pista e’ scritta solo dentro la loro testa e ridono.
A noi sembra tutto uguale,
loro ascoltano un suono
un profumo
guardano i bordi delle dune
e
decidono in un lampo:
“andiamo di QUA”.
E…. NON SBAGLIANO MAI Strada

la moto ha resistito in modo egregio
si e’ dimostrata
un vero cammello d’acciaio
digeriva di tutto ho solo
distrutto il cerchio della ruota ant per i colpi presi
sui massi a forte velocita 120km/h sulla tolee ondule

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filmato 1
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filmato 7
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filmato 9
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filmato 11
filmato 12
filmato 13

Comunque i paesaggi sono stupendi
e ti fanno superare tutto
Condizioni Fisiche:
IL primo giorno prima di cominciare la sabbia
nel distributore di benzina lavano il pavimento con abbondante sapone
e li cado in modo rovinoso e piego la leva della frizione
Ammacco il serbatoio
mi ammacco il mio fianco sx e la mano dx
Comincia la sabbia e a causa dell’ enorme sforzo per tenere fermo il manubrio
Perdo quasi l’uso della mano sx non ho piu la forza di chiudere il pollice, alla sera non riesco neanche ad aprire la cerniera dei pantaloni
poi ho capito che bisognava dare più gas e lo sforzo alle braccia e’ un poco diminuito
IL secondo giorno altra caduta quasi perdo l’uso del ginocchio sx
mi si forma un grosso livido che mi impedisce di stringere la moto con le gambe
IL terzo giorno altra caduta rimango sotto la moto e mi massacro il polpaccio dx
IL quarto giorno caduta sempre dalla stessa parte e sulla stessa gamba dx nello stesso punto di ieri provo un male cane ma risalgo.
In parte perdo l’uso della gamba dx che diventa tutta nera e gonfia
Adesso zoppico vistosamente. Ma quando salgo in moto e do di gas l’adrenalina fa scomparire il dolore. come mi fermo non riesco a tenere in piedi la moto dal lato dx
Alla fine guiderò con una mano sola e una sola gamba senza avere la possibilità
di stringere adeguatamente la moto con le ginocchia.
MA NON MOLLO Stringo i denti e continuo
Forse stringo troppo i denti e senza accorgemene al Sesto giorno mi si scheggia un molare.
Per girare in moto sulle dune occorre una intensa preparazione fisica specifica, che io ho cominciato a fare gia un anno prima di partire, ma nonostante tutta la preparazione,
l’impegno fisico e mentale si è dimostrato comunque estremamente gravoso.
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Sconsiglio a chiunque di intraprendere un viaggio simile se non si ha uno stato fisico piu che ottimo.
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Finire l’energie e cadere in una conca significa che i tuoi compagni proseguono senza vedere dove sei caduto
con le immaginabili tristi conseguenze
Ad ogni caffè ad ogni bar troverete sempre qualche autoctono che vi racconterà una storia, sempre diversa, di qualcuno scomparso in modo raccapricciante perchè aveva sottovalutato il deserto.
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IL deserto è quella cosa che ti strappa l’anima e la riduce a brandelli ma quando te la rende é 10 volte piu forte di prima
QUANDO SEI NELLA SABBIA PERDI IL SENSO della realtà e delle cose e….
L’urlo della gomma post
che sbrana la sabbia compatta e’ indescrivibile
I canti nomadi intorno al fuoco la sera ti ridanno il coraggio di continuare
IL cielo la notte è enorme è fitto fitto di stelle
é il cielo piu grande che si possa ammirare
Eppoi la sensazione di appartenenza a un forte gruppo solidale ti da la forza di dieci leoni
Spesso Ripensi a un grande che nella sabbia è morto inseguendo la sua passione
E l’adrenalina pompa alla grande
Meoni è sempre nei nostri Cuori e anche qui i locali lo ricordano con forte nostalgia
Meoni veniva qui spesso per allenarsi prima della Dakar
Le dune tunisine da molti a torto disprezzate
sono le piu dure variegate e tecniche di tutta l’Africa
Si narra nelle leggende che il giro che noi abbiamo fatto in 5 giorni
LUI lo facesse in meno di 2 ore
Nel deserto sei solo a combattere con te stesso
con la paura di morire e la voglia di smettere di tornare a casa
(e non puoi devi solo andare avanti)
Ma sai che un tuo compagno è un po’ più in la e sta pensano a te
E che lui stesso sa che tu penserai a lui
IL senso del gruppo fortemente unito e’ la tua forza.
La Tua vita dipende dai tuoi compagni
Tuttsto e’ l’erg del sud tunisino ma anche molto altro